Omelia (22-04-2012) |
don Roberto Seregni |
Basta un sorriso... Giorni difficili per i discepoli. Il cuore è in subbuglio. Sconcerto, paura, turbamento, dubbio, stupore e incredulità sono solo alcuni dei sentimenti appuntati dall'evangelista Luca. Dopo il grande racconto dei discepoli ritornati dalla locanda di Emmaus, il Risorto si fa nuovamente presente in mezzo a loro. E i discepoli come reagiscono? Sono sconvolti e pieni di paura. Cosa vedono e capiscono? Un fantasma, uno spirito. Quanto assomigliamo a questi discepoli confusi e smarriti! Quanta fatica facciamo anche noi a riconoscere il Risorto presente nella nostra vita... A volte trovo cristiani navigati (almeno così sembrerebbe...) che parlano del destino, della fortuna o del fato e che dietro ad un incontro che ha cambiato la vita o davanti a un evento che ha smascherato una possibile tragedia, non vedono nulla, se non il caso; cristiani talmente concentrati sulla loro prestazione religiosa, che non riescono nemmeno a vedere i segni del Regno che li circonda, che non sanno riconoscere il Vangelo che già c'è intorno a loro. Ma Gesù non molla e ribadisce: "Sono proprio io!". Gli undici - e non solo loro! - devono allenare lo sguardo e il cuore per riconoscerlo, per superare i dubbi e le paure, per smascherare attese false o proiezioni dei propri desideri. Il Risorto, che vuole essere convincente e togliere ogni dubbio, invita a toccare e guardare. Sì, proprio così! Gesù non finisce mai di stupirci: avrebbe potuto operare un miracolo strabiliante, una guarigione da premio nobel e invece no! Per farsi riconoscere, per togliere ogni incertezza, Gesù invita a guardare i segni della passione. Quello è distintivo della sua presenza e della sua verità. Quelle ferite sono feritoie per contemplare la verità della Sua vita e della rivelazione del volto del Padre. Ancora una volta il Risorto ricorda l'inseparabilità della Croce e della Resurrezione. E' proprio questo legame che ci dice lo specifico dell'annuncio della Pasqua. La "buona notizia" non è solamente che un morto è ritornato in vita, ma che il Figlio di Dio fatto uomo tra gli uomini ha donato tutta la sua vita per amore sulla Croce, ha sconfitto la morte ed ora è il Vivente! Ma il vangelo di oggi, accanto alla passione e alla resurrezione, introduce un terzo elemento fondamentale: la missione. Il Risorto, aprendo le menti dei discepoli all'intelligenza delle scritture dice: "Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati" (v. 48). Bellissimo: l'annuncio non è una cosa a lato o un dettaglio! La missione è parte integrante dell'unico evento della salvezza, fa parte della natura stessa della Chiesa nascente. Senza l'annuncio della conversione e del perdono dei peccati, la morte e resurrezione di Gesù rimarrebbero incompleti. Coraggio, cari amici! Il Risorto invita anche noi ad annunciare che Lui è vivo e che siamo discepoli di un Dio innamorato e non sudditi intruppati e paurosi di un divino castigatore. In ufficio, a scuola, per strada, sul tram, al mercato siamo dei mandati, abbiamo questa novità esplosiva da condividere e da donare. Questo non è un optional della fede, ma una delle sue caratteristiche fondamentali. Come possiamo, come siamo capaci, nella vocazione che abbiamo ricevuto, non lasciamoci sfuggire nessuna occasione. A volte, davvero, basta solo un sorriso. Buona settimana don Roberto |