Omelia (01-01-2004) |
don Roberto Rossi |
Commento Luca 2,16-21 Iniziamo un nuovo anno nel nome del Signore. Il mondo, il tempo, la storia, la vita dell'universo... tutto viene da Dio e dal suo amore, tutto è sostenuto da Lui, tutto è orientato verso Dio. Di Cristo Figlio di Dio giustamente si dice: "Ieri, oggi e sempre: Egli è il Salvatore". Ogni tempo trova in Cristo e nell'amore di Dio luce e significato pieno. La liturgia ci aiuta a venerare e a celebrare Maria Ss. Madre di Dio. E' lei che ha accolto e generato nel tempo e nella storia il Figlio di Dio, è lei che ci ha portato il Salvatore. Lei ha dato tutta la sua opera e la sua collaborazione alla missione di Gesù Salvatore. La prima lettura è un testo di benedizione; è un'invocazione a Dio affinché faccia brillare il suo volto sul popolo e lo protegga. E' un invito anche per noi: mentre iniziamo un nuovo anno non affidiamoci agli oroscopi o alla magia per cercare soccorso o luce; affidiamoci a Dio e cerchiamo soccorso e luce in Dio e soltanto in Lui. Sulla soglia di un nuovo anno e di un tempo così significativo facciamoci dono di una benedizione, cioè di una parola che parta dal cuore e diventi preghiera e carità per chi vive accanto. Il vangelo ci indica la strada della benedizione: è la strada di Betlemme. Infatti Dio è tra noi, è con noi; Dio ci è venuto incontro, è dentro la nostra storia. Ora siamo noi che dobbiamo muovere i passi verso di Lui: siamo noi che dobbiamo aprirci, affinché la Luce entri e illumini la nostra vita. Maria Ss. è la donna che ha ascoltato la voce di Dio, lo ha accolto, ha obbedito alla sua volontà; è stata attenta a cogliere tutti i segni di Dio per rinnovare ogni giorno il suo "sì". Maria ha saputo sempre cantare il suo Magnificat, il suo ringraziamento. "Maria nella stalla di Betlemme, con in braccio il bambino Gesù, è l'immagine della gioia, è il massimo della gioia. Infatti quando c'è Dio, si può vivere anche in un tugurio ed essere contenti; quando c'è Dio si può essere poveri e contenti come Francesco d'Assisi; si può essere ammalati e pieni di gioia e di speranza come Benedetta Bianchi Porro". (Comastri, predicate la buona notizia, LDC). Maria è la donna della fede, accanto a Gesù piccolo e bisognoso di tutto, accanto a lui nella vita di Nazaret, sul Calvario e nella gioia della resurrezione. In questo giorno la Chiesa invoca la benedizione e la pace sul mondo intero, perché il tempo e la storia siano secondo il progetto di Dio che vuole gli uomini tutti fratelli, perché suoi figli. Molti sono i problemi, i drammi, le ingiustizie e le guerre del nostro tempo. Per questo occorre pregare e impegnarci, conoscere le situazioni dei popoli e portare nella nostra storia così piena di conflitti la luce della parola e dell'amore di Dio e l'insegnamento del magistero della Chiesa. Anche per questa giornata il S. Padre ha inviato al mondo un messaggio dal titolo: "Un impegno sempre attuale: educare alla pace" . Così dice nell'introduzione: "A voi mi rivolgo, Capi delle Nazioni, che avete il dovere di promuovere la pace! A voi, Giuristi, impegnati a tracciare cammini di pacifica intesa, predisponendo convenzioni e trattati che rafforzano la legalità internazionale! A voi, Educatori della gioventù, che in ogni continente instancabilmente lavorate per formare le coscienze nel cammino della comprensione e del dialogo! Ed anche a voi mi rivolgo, uomini e donne che siete tentati di ricorrere all'inaccettabile strumento del terrorismo, compromettendo così alla radice la causa per la quale combattete! Ascoltate tutti l'umile appello del successore di Pietro che grida: Oggi ancora, all'inizio del nuovo anno 2004, la pace resta possibile. E se possibile, la pace è anche doverosa! Una concreta iniziativa. Il primo mio Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, all'inizio del Gennaio del 1979, era centrato sul motto: «Per giungere alla pace, educare alla pace». Quel Messaggio di Capodanno si inseriva nel solco tracciato dal Papa Paolo VI, di v. m., il quale aveva voluto per il 1º Gennaio di ogni anno la celebrazione di una Giornata Mondiale di preghiere per la Pace. Ogni anno ho voluto continuare la nobile tradizione, dedicando il primo giorno dell'anno civile alla riflessione ed alla preghiera per la pace nel mondo. Nei venticinque anni di Pontificato, che il Signore mi ha finora concesso, non ho cessato di levare la mia voce, di fronte alla Chiesa ed al mondo, per invitare i credenti, come tutte le persone di buona volontà, a far propria la causa della pace, per contribuire a realizzare questo bene primario, assicurando così al mondo un'era migliore, nella serena convivenza e nel rispetto reciproco. Anche quest'anno sento il dovere di invitare gli uomini e le donne di ogni Continente a celebrare una nuova Giornata Mondiale della Pace. L'umanità infatti ha più che mai bisogno di ritrovare la strada della concordia, scossa com'è da egoismi e da odi, da sete di dominio e da desiderio di vendetta". |