Omelia (11-01-2004)
don Romeo Maggioni
Questi è il mio Figlio prediletto

Era l'anno 28 della nostra era; Giovanni Battista predicava e battezzava al Giordano quanti aspettavano l'avvento del Messia che si sentiva imminente. E proprio lì - nel punto più alto dell'attesa messianica e del bisogno di una salvezza - giunge Gesù e avviene un'altra "epifania, un altro rivelarsi di Dio, sorprendete e inatteso.
Il battesimo di Gesù rappresenta la sua investitura ufficiale come Messia e l'inizio quindi del suo ministero pubblico. Ma è un Messia che lascia sorpresi, perché primo gesto che compie è quello di mescolarsi coi peccatori.
La Liturgia ci fa celebrare questo mistero di Cristo per illuminare anche il nostro battesimo, fatto come quello di Gesù "in acqua e Spirito santo".

1) IL BATTESIMO DI GESU'

L'elemento decisivo di tutto il fatto è l'effusione dello Spirito santo; era questo il segno dell'era messianica. Giovanni lo sapeva: "L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito santo" (Gv 1,33). Gesù stesso riconoscerà quell'evento come la sua consacrazione alla missione: "Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato per annunciare ai poveri un lieto messaggio" (Lc 4,18). Pietro parlando di quegli inizi dirà: "Voi conoscete ciò che è accaduto, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito santo e potenza Gesù di Nazaret" (II lett.).

E' lo Spirito che dà inizio alla creazione, quando "aleggiava sulle acque"; è lo Spirito che dà inizio all'incarnazione del Verbo nel grembo di Maria; è lo Spirito che qui dà inizio alla missione pubblica di Gesù; è lo Spirito che dà inizio alla Chiesa il giorno di Pentecoste. Sarà lo Spirito a dar inizio ad ogni vita cristiana col battesimo.

Consacrato Messia, ma di che tipo? "Ed una voce dal cielo disse: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". L'evangelista, per spiegarlo, rievoca una figura biblica straordinaria, il Servo di Yahvè presentato da Isaia: "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio Spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà, né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta" (I lett.). Non sarà un Messia che si imporrà con potenza, ma con la discrezione e la condivisione, col portare lui i peccati di tutti, per le cui piaghe noi siamo guariti. Per questo la prima apparizione in pubblico di Gesù è tra i peccatori, incolonnato anche lui a chiedere un battesimo per la remissione dei peccati. Lo dirà Giovanni: "Ecco l'agnello di Dio che porta il peccato del mondo" (Gv 1,29).

Consacrato, Gesù, per una missione. Al Servo sofferente di Isaia, figura profetica che il Messia Gesù invera, è detto: "Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre" (I lett.). Ciò che confermerà ancora Pietro: "Gesù passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui" (II lett.). Scendendo fino a noi così da rendersi simile a uno di noi, Gesù è diventato la via che possiamo percorrere per risalire al Padre. In lui la nostra umanità trova un nuovo inizio: con lui scende nell'acqua, per risalire rinnovata.

2) IL NOSTRO BATTESIMO

Alla Chiesa preme oggi richiamare su questo sfondo anche il nostro battesimo. Ecco di che cosa ringraziamo oggi il Signore al prefazio: "Hai schiuso i cieli, hai consacrato le acque, hai vinto le potenze del male e hai indicato il tuo Figlio Unigenito. Oggi l'acqua, da te benedetta, cancella l'antica condanna, offre ai credenti la remissione di ogni peccato e genera figli di Dio destinati alla vita eterna. Erano nati secondo la carne, camminavano per la colpa verso la morte; ora la vita divina li accoglie e li conduce alla gloria dei cieli". Quel battesimo ha generato il nostro battesimo: anche noi oggi siamo battezzati in acqua e Spirito santo, perché "viene uno – dice il Battista – che è più forte di me. Costui vi battezzerà in Spirito santo e fuoco".

Fuoco significa purificazione, cioè perdono dei peccati e riconciliazione con Dio; e Spirito santo significa connessione a Cristo, uomo nuovo, Figlio di Dio, e in Lui quindi resi realmente figli di Dio. "L'acqua del battesimo – dice san Leone Magno – è come il seno verginale di Maria, e lo stesso Spirito che fecondò la Vergine, feconda anche il fonte battesimale". Nel giorno del battesimo anche per noi è risuonata la parola del Padre: "Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato" (Sal 2,7). Generati alla vita divina, chiamati ad una intimità con la Trinità, fratelli di Gesù Cristo e inviati come Lui per una missione di salvezza nel mondo.

Nel nostro rito del battesimo, ad un certo punto, il sacerdote unge col crisma il bambino e dice: "Dio onnipotente che ti ha rigenerato dall'acqua e dallo Spirito santo, ora ti consacra con il crisma di salvezza, perché inserito in Cristo, sacerdote, re e profeta, tu sia sempre membro vivo del suo corpo". E' la stessa missione, di essere come Lui profeti, cioè annunciatori del suo progetto nuovo di umanità e di storia; sacerdoti come Lui, capaci di riconoscere l'opera di Dio nel creato e tra gli uomini, e vivere quindi in rendimento di grazie; e alla fine costruttori della sua signoria sul mondo, cioè di animare ogni realtà umana della ricchezza di valori propri del Regno di Dio! Col battesimo nessuno più è un privato cittadino: Dio stesso lo ha aggregato per un'opera grande, ciascuno per un suo specifico apporto, a costruire l'umanità sognata da Dio che ha inizio qui con la Chiesa di Cristo.

L'evangelista Luca sottolinea che Gesù al momento del battesimo "stava in preghiera". Sempre nella sua vita poi – ai momenti più decisivi – Gesù si ritroverà in preghiera. Forse proprio per recuperare quella identità e quella missione ricevuta qui al battesimo.
Anche per noi la preghiera deve essere il momento del ritorno al nostro battesimo per ricuperare coscienza della nostra identità di figli di Dio e di missionari di Gesù: per corrispondervi più pienamente e rinnovare la docilità alle grandi opere cui Dio chiama ognuno di noi.