Omelia (06-05-2012)
don Roberto Seregni
Rimanere in Lui

Mi colpiscono le parole forti e dure di Gesù: "senza di me non potete fare nulla" (v.5). Non dice che faremo le cose male o a metà, ma che non faremo proprio nulla.
E' così, me ne convinco sempre di più: possiamo correre dalla mattina alla sera, fare mille cose, impegnarci lodevolmente in molte attività, ma se tutto questo è fatto senza di Lui, è sterile, vuoto, insignificante.
Lo dicevo l'altro giorno ad un'amica affaccendata in mille imprese: vale più un passo con Gesù, che una maratona senza di Lui.

In poche righe viene ripetuto per sei volte il verbo "rimanere" (vv.4.5.6.7.9.10).
Mi piace questa insistenza, perché fa vacillare tutte le presunte dichiarazioni di assoluta autonomia di cui spesso ci gonfiamo e che sono la causa di molti nostri fallimenti e delusioni.
Oggi Gesù ce lo dice chiaramente, senza giri di parole: non bastiamo a noi stessi, non siamo noi la fonte della nostra gioia, da soli non possiamo conquistarci la pienezza della vita. Come amava ripetere un amico gesuita: se stai affogando non puoi pretendere di salvarti tirandoti su per i capelli...
Il Signore Risorto ci invita a rimanere con Lui, a gustare questa stupenda e sana dipendenza, a fare dell'intimità con Lui il luogo più vero della nostra persona, a sperimentare che solo Lui può saziare i desideri insaziabili della nostra vita.

Tutto questo richiede coraggio, lo so.
Richiede di abbandonare un po' di difese, di fidarsi, di mettersi nudi nella mani di Dio e soprattutto questo cammino ci chiede di non sentirci mai arrivati e mai a posto, per questo Gesù dice di "diventare discepoli" (v.8).
L'esperienza cristiana non consente l'accumulo e l'approvvigionamento.
Si diventa discepoli giorno dopo giorno, con la fedeltà nascosta e luminosa nella preghiera; con il desiderio appassionato di portare in famiglia, al lavoro, nella scuola, tra le persone più care, la novità travolgente del Vangelo.

Mentre ripenso a tutte quelle persone che mi sono state di esempio in questo cammino sui passi del Risorto, mi affaccio alla finestra della cucina e lo sguardo si perde sui vigneti aggrappati agli antichi terrazzamenti retici dell'alta Valtellina.
Davvero senza di Lui siamo come tralci secchi, sterili, inutili.
Davvero abbiamo bisogno di essere potati dalle sue mani esperte per andare all'essenziale, per non disperderci, per scoprire in noi una fecondità che mai avremmo immaginato.

Coraggio, cari amici! Se ci abbandoneremo alla Parola del Risorto, la vendemmia dello Spirito sarà la migliore di tutti i tempi!

Buona settimana
don Roberto