Omelia (10-06-2012) |
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Commento sull'Eucarestia L'Eucaristia è il sacramento che significa molto di più di quanto noi apprezziamo con i nostri sensi. Ciò che che i nostri occhi vedono sono pane e vino, "frutto del lavoro dell'uomo" che il Cristo ci offre come alimento e che noi riceviamo. Ma ciò che crediamo è qualcosa di ben più grande e diversa. È il sacrificio che Gesù ha prefigurato durante la sua ultima Cena di Pasqua. Ma come si è arrivati alla celebrazione di questa solennità? Nel 1208 la priora del Monastero di Monte Carmelo presso Liegi, Giuliana Retìne, oggi venerata dalla Chiesa come beata, in estasi, vide il disco lunare risplendere di luce candida ma un suo lato, rimasto all'ombra, era deformato. Chiedendosi del perché di questa visione si sentì rispondere da Dio che la visione significava: la Chiesa del tempo mancava di una solennità in onore del SS. sacramento. Venuto a conoscenza del fatto il Vescovo di Liegi, nel 1246, introdusse nella sua Diocesi la festa in onore del Corpus Domini. Nel 1262, salì al soglio pontificio l'antico arcidiacono di Liegi, Giacomo Pantaleone, col nome di Urbano IV. L'anno successivo si verificò, a Bolsena, un evento miracoloso. Un prete, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir Messa e al momento di spezzare l'ostia consacrata dubitò che essa contenesse veramente il sangue di Cristo. Dall'ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il corporale che, ancora oggi, si trova in una teca del duomo di Orvieto. Venuto a conoscenza dell'accaduto Papa Urbano IV, l'11 agosto 1264, promulgò la Bolla "Transiturus", che istituiva, per tutta la cristianità la festa del Corpus Domini, fissandone la celebrazione al giovedì che segue la prima domenica dopo la Pentecoste. Ma c'è un altro prodigio forse meno noto ma senz'altro a mio pare più importante. Nel secolo VIII, un monaco basiliano sacerdote, dopo la consacrazione, nella chiesa di Lanciano, dubitò che nel pane consacrato fosse realmente presente il corpo ed il sangue di Cristo ma un prodigio fugò il suo dubbio allorché vide che l'ostia si trasformava in carne e il vino in sangue raggrumandosi in 5 grumi disuguali. Uno studio promosso, nel 1970 dall'autorità ecclesiastica, ha concluso, dopo l'esame dei frammenti che, la carne è tessuto umano cardiaco e il sangue è anche esso umano e che entrambi sono di gruppo AB, lo stesso della sindone. Nel 1976, una commissione medica dell'ONU, dopo aver riesaminato il prodigio, ha confermato quanto la commissione scientifica aveva già decretato. Ma c'è un'altra domanda a cui vorrei dare una risposta perché istituire la festa del Corpus Domini quando il Giovedì Santo si celebra la Messa vespertina in Coena Domini? Entrambe le celebrazioni non la stessa cosa? Non esattamente! Nella solennità del Giovedì Santo la Chiesa offre alla contemplazione dei fedeli il mistero dell'amore di Cristo, cibo di vita eterna. La solennità del Corpus Domini ci fa contemplare l'intima relazione fra Corpo del Signore e Corpo Mistico, la fonte del suo esistere e della comunione con Cristo presente, tutto intero nell'Eucaristia. Questo concetto, or ora espresso, trova la sua spiegazione in una pag. di S. Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, riportata nel volume " Meditazioni quotidiane con i Santi del Carmelo" (OCD 2000) " La benedizione e la distribuzione del pane e del vino facevano parte del rito della cena pasquale, ma ambedue ricevono qui un significato completamente nuovo: con esse infatti comincia la vita della Chiesa..., ma nell'ultima cena si compie l'innesto del tralcio sul ceppo,... i frutti della terra sono diventati la sua carne e il suo sangue, pieni della sua vita, e la creazione visibile, nella quale si era inserito mediante l'incarnazione, è ora legata a lui in modo nuovo e misterioso. Le sostanze che servono allo sviluppo dell'organismo umano sono trasformate nella loro essenza, e se gli uomini le ricevono con fede, sono anch'essi trasformati, incorporati al Cristo in unione vitale e ripieni di vita divina. Il Verbo si fa carne per dare la vita che egli possiede, per offrire se stesso e la creazione riscattata dalla sua offerta, in sacrificio al creatore" se si ha fede, e lo dimostriamo eseguendo la sua volontà, comprendiamo di essere in cammino verso la terra promessa nutriti da Dio che si fa nostro cibo e bevanda. Revisione di vita - Il nostro sacramento è ogni giorno memoria della Pasqua del Signore? Ci sentiamo coinvolti in esso? - Sino a che punto siamo l'uno per l'altro e per i figli nutrimento non indigesti? - A che nota si ferma la nostra tonalità di voce, nella scala ascendente, quando discutiamo in famiglia animatamente? |