Omelia (20-05-2012) |
padre Paul Devreux |
L'ascensione si colloca tra la Pasqua e la Pentecoste. Festa in cui Gesù dichiara che torna al Padre e che non si farà più vedere: è l'ultima apparizione ed è la più solenne. Dopo la sua partenza, un angelo appare ai discepoli e dice: "perché state a guardare il cielo...", come dire non vivete di nostalgie, non guardate il passato, Gesù tornerà, ma voi adesso guardate al futuro. Avete una grande missione da compiere. Alzatevi e mettetevi in cammino per annunciare tutto quello che avete visto e udito; ora tocca a voi, è il vostro momento. Siete chiamati a diventare i nuovi protagonisti della buona notizia, annunciatori dell'amore di Dio per l'uomo. Attenzione alla tentazione di guardare il cielo, di fare gli spiritualisti, i costruttori di religioni astratte, di false consolazioni o promesse. Gesù ha camminato in questo mondo aiutando le persone concretamente e cercando di costruire la fraternità amando, perdonando, dialogando e accogliendo tutti. Ora tocca a noi e a chiunque si professi cristiano. Notiamo anche che il vangelo racconta che videro Gesù salire in cielo, allusione chiara ad Eliseo che vede salire Elia in cielo su un carro di fuoco, e che di conseguenza riceve lo spirito del maestro. Allo stesso modo i discepoli, vedendo salire Gesù, ricevono il suo spirito e diventano i suoi successori e eredi. Eredità che oggi è arrivata fino a noi. Segno di ciò sarà che scacceremo i demoni, cioè tutto ciò che ci rende disumani, ingiusti, omicidi, parleremo lingue nuove, cioè un linguaggio nuovo, basto sull'amore, la misericordia, la gratuità, prenderemo in mano serpenti e se berremo qualche veleno non ci recherà alcun danno, perché grazie al vangelo impariamo a riconoscerli e a smascherarli; impariamo a riconoscere ciò che porta speranza e ciò che la distrugge, ciò che sembra buono ma che in realtà ci avvelena la vita, come l'avidità, le notizie che ci vogliono paralizzare e rendere pessimisti e tutto ciò che fomenta solo paure inutili, imporremo le mani e i malati guariranno. E' vero che vediamo tanti malati che non guariscono, ma è anche vero che vediamo tanti malati che, grazie alla fede e alla speranza che trovano nel vangelo, vivono meglio di tanta gente che sta bene ma non trova un senso alla vita. Facendo tutto questo potremo anche immaginare Gesù, seduto alla destra del Padre, che ci sorride. |