Omelia (21-05-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Giovanni 16,33

Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!
Gv 16,33


Come vivere questa Parola?

I discepoli hanno appena espresso il loro contento perché dicono a Gesù: "Adesso parli chiaramente e non fai più uso di parabole". Dentro questa loro entusiasta (ma superficiale) adesione alla persona di Cristo affermano di credere che veramente Gesù è uscito da Dio. Pensano di essere usciti per sempre dal chiaro oscuro della fede. Ecco, sembrano dire a Gesù, adesso abbiamo capito tutto di te. Tu sei uno che tiene in mano la situazione: sai tutto e nessuno può trarti in inganno.

Ma Gesù è al centro della realtà e può, non senza un'ombra di tristezza in volto, porre quella domanda che è anche un'esclamazione: "Adesso credete?". Ingenui e faciloni! Suppongono di aver centrato in pieno la verità del momento e ne sono invece così lontani! Gesù invece sa che lo abbandoneranno e che, tra poco, il dramma della passione avrà inizio, che la croce e la morte sono già lì a occhieggiarli in faccia. Vive tutto questo. Ne accenna. Ma non ne è irretito. Lui crede nel Padre, e con rapida mossa sposta l'attenzione: non a sé pensa, ma a loro. E da questa dinamica il suo offrire la pace splende di luce in un mare di tenebre.

Sì, è la luce di uno che ama, che tenerissimamente ama, fino ad afferrare i suoi nel domani loro e nostro e di ognuno che viene al mondo: un domani in cui la tribolazione non scompare ma non porta allo scoraggiamento, alla depressione, alla morte.

Il grido di superamento è nella pace del cuore dove affonda la fiducia in colui che solo ha potuto essere il vero vincitore nella storia del mondo.

Da una preghiera ebraica

Io credo nel Sole anche quando non brilla. Io credo nell'Amore anche quando non lo sento. Io credo in Dio anche quando tace.