Omelia (27-05-2012)
padre Ermes Ronchi
Lo Spirito che dà vita alla Parola

Cinquanta giorni dopo Pasqua, la discesa del­lo Spirito santo, rac­contata dagli Atti degli Apo­stoli con la mediazione dei simboli. La casa, prima di tut­to. Un gruppo di uomini e donne nella stanza al piano superiore (Atti 1,13), dentro una casa, simbolo di interio­rità e di accoglienza; nella stanza al piano alto, da dove lo sguardo può spaziare più lontano e più in alto; in una casa qualunque, affermazio­ne della libertà dello Spirito, che non ha luoghi autorizza­ti o riservati, e ogni casa è suo tempio.
Il vento, poi: all'improvviso un vento impetuoso riempì tutta la casa (Atti 2,2), che condu­ce pollini di primavera e di­sperde la polvere, che porta fecondità e smuove le cose immobili. Che non sai da do­ve viene e dove va, folate di di­namismo e di futuro. «Lo Spi­rito è il vento che fa nascere i cercatori d'oro» (Vannucci), che apre respiri e orizzonti e ti fa pensare in grande. Men­tre tu sei impegnato a trac­ciare i confini di casa tua, lui spalanca finestre, dilata lo sguardo. Ti fa comprendere che dove tu finisci inizia il mondo, che la fine dell'isola corrisponde all'inizio dell'o­ceano, che dove questa tua vi­ta termina comincia la vita in­finita. Tu confini con Dio.
Poi il simbolo del fuoco. Lo Spirito tiene acceso qualcosa in noi anche nei giorni spen­ti, accende fiammelle d'amo­re, sorrisi, capacità di perdo­nare; e la cosa più semplice: la voglia da amare la vita, la voglia di vivere. Noi nasciamo accesi, i bambini sono accesi, poi i colpi duri della vita pos­sono spegnerci. Ma noi pos­siamo attingere ad un fuoco che non viene mai meno, al­lo Spirito, accensione del cuo­re lungo la strada e sua giovi­nezza.
Giorno di Pentecoste e ci do­mandiamo: come agisce lo Spirito santo, che cosa fa in noi e per noi? Dice l'angelo a Maria: Verrà lo Spirito e por­terà dentro di te il Verbo (Luca 1,35). Dice Gesù ai discepoli: Verrà lo Spirito e vi riporterà al cuore tutte le mie parole. Da duemila anni lo Spirito ripete incessantemente nei cristia­ni la stessa azione che ha compiuto in santa Maria: in­carnare il Verbo, dare vita alla Parola. Lo fa ad esempio quando leggo il Vangelo: per anni mi accade che le parole scivolino via, come cose che so da sempre, senza presa sul cuore. Poi un giorno succede che una di queste parole al­l'improvviso si accende, mi pare di sentirla per la prima volta, la pagina del Vangelo palpita, come una lettera in­dirizzata a me, scritta per me, contemporanea ai miei sogni, alle mie pene, ai miei dubbi. È lo Spirito che mi ri-corda (letteralmente: mi riporta al cuore) le parole di Gesù. Al cuore, non alla mente. Le fa germe vitale, non elaborato mentale: e ti tocca quel Dio «sensibile al cuore» sognato da Pascal.