Omelia (03-06-2012)
Gaetano Salvati


Nella domenica dopo Pentecoste la liturgia della Parola ci invita a sostare al fonte battesimale: in questo luogo, saremo in grado di meditare l'origine della nostra nuova vita in Cristo e ci conformeremo all'Amore, vera essenza di Dio.
Certamente, la maggior parte di noi non può ricordare il momento del battesimo, ne, in quella circostanza, ha professato la fede nell'Eterno. Eppure, il vangelo di oggi dona la possibilità di ritornare a quella fonte, e iniziare il cammino dietro di Lui. San Matteo, infatti, narra che i discepoli, dopo la risurrezione del Salvatore, andarono su di un monte in Galilea (v.16). L'evangelista riferisce che i discepoli quando videro il Signore dubitarono (v.17). Probabilmente, il loro dubbio derivava dall'incosapevolezza della missione: non sapevano cosa fare e, fatto ancora più rilevante, chi dovevano annunciare al mondo. Perciò, Gesù si avvicinò ad essi e disse: "a me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra" (v.18); cioè, Colui che ha predicato in Palestina, ha compiuto prodigi per il suo popolo, è morto ed è risorto, continua nel tempo la sua opera potente e salvifica per l'uomo, a favore della creatura. Un simile intento richiede una assoluta partecipazione dell'uomo. Difatti, Egli annunciò loro: "andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (v.19). Ora, i discepoli intuiscono che la loro missione, immergere ogni uomo nella novità cristiana, ha un principio: la Trinità. Allo stesso tempo, la comunità comprende che essa è convocata dal Dio Uno e Trino; per cui, "tutti quelli che sono guidati dallo Spirito" (Rm 8,14), perché immessi nelle profondità di Dio per mezzo del battesimo, non devono "ricadere nella paura" (v.15), nella tentazione di lasciarsi vincere dal peccato; ma, riscoprirsi parte di una grande famiglia umana di Dio, abitata da Lui. Quest'ultima frase è confermata dalla promessa del Maestro: "Io sono con voi tutti i giorni" (Mt 28,20). Il "con voi" non denota solamente la presenza stabile di Gesù in mezzo ai credenti: se il Dio rivelato da Cristo Gesù è amore, dinamismo che crea la comunione fra i popoli, i cristiani, per non dimenticarsi il dono della fede, necessitano di una continua purificazione, evangelizzazione. Per attuare ciò, è indispensabile alimentarsi dei sacramenti e dell'ascolto della Parola. Una Chiesa sempre riformata, in ascolto dell'Altro, perché sotto la Sua ombra, sa essere dalla parte dell'uomo in ricerca e dell'esitante di fronte la grazia. A costoro, la Chiesa, sgorgante, formata e inviata alle genti dalla Trinità, deve rendere concreta, nella storia di oggi, l'azione divina. Per chi è in ricerca, la Chiesa deve professare che l'Eterno fatto storia non è un dominatore, ma un compagno di strada, che conosce i sentimenti, i tempi d'attesa, le ansie, le domande frequenti e rispetta qualsiasi scelta, anche la più dolorosa, perché ama: è il Dio della libertà nella possibilità di trovarLo. Chi, invece, è nel dubbio, la Chiesa deve annunciare, nella libertà delle coscenze, la verità, la bellezza di appartenere al popolo dei salvati.
La solennità di oggi, dunque, svela il volto di Dio, l'amore, e la modalità per riconoscerLo: aprirsi alla comunione d'amore della Trinità. Celebrare il mistero della Trinità, allora, non significa perdersi in speculazioni intellettuali: non arriveremo mai alla piena conoscenza del mistero trinitario; significa, invece, accogliere la libera e gratuita auto-comunicazione (libera iniziativa) di Dio nella nostra storia. Dio si è rivelato amando, e nel Suo amore, che ha vinto il male con la croce del Figlio, ci ottiene la partecipazione alla vita divina, che ci viene manifestata con il dono dello Spirito. Così, nel mistero della croce sono presenti le tre Persone: il Padre che dona al mondo il Figlio per salvare l'uomo; il Figlio che porta a compimento il disegno del Padre; lo Spirito che anima la nostra esistenza fino a trasformarla.
E questo è il vero volto di Dio: la Sua auto-definizione manifesta che il suo amore misericordioso fonda la solidarietà degli uomini fra loro. Aprirsi al mistero della Trinità, rispondere al Suo amore, evidenzia, perciò, che Dio è talmente parte di noi da renderci fratelli. Amen.