Omelia (10-06-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Marco 14,22

Prendete, questo è il mio corpo... Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti.
Mc 14,22


Come vivere questa parola?

Oggi la Chiesa è in festa! Celebriamo l'Eucaristia; il dono che Gesù ci ha lasciato: se stesso per essere nostro cibo e sostenerci e unirci a Lui lungo il viaggio della vita.

Marco descrive l'evento in modo solenne per testimoniare il posto indispensabile dell'Eucaristia per la Chiesa fin dall'inizio. I discepoli chiedono dove bisogna recarsi per celebrare la Pasqua, festa ebraica memoriale della liberazione dalla schiavitù d'Egitto.

Gesù sceglie intenzionalmente questa ricorrenza per iniziare la sua pasqua. Centrale alla festa ebraica è l'agnello che viene immolato ma Marco non ci accenna neanche perché nell'ultima cena Gesù stesso è l'agnello. Egli si offre al Padre per la salvezza di tutta l'umanità: "Cristo, nostra pasqua, è stato immolato!" (1Cor 5,7). Infatti, la morte e poi la risurrezione realizzano e attualizzano pienamente ciò che la prima pasqua significava.

Quella sera nel cenacolo, in un momento carico d'intensa intimità con i suoi, Gesù cosciente che la sua ora è vicina, si affida a loro in un modo del tutto inimmaginabile: "Questo è il mio corpo ... questo è il mio sangue". Gesù utilizza il semplice pane e vino per farsi sempre presente, disponibile per noi, raggiungibile in una maniera umile e profonda; coinvolge il nostro corpo e il nostro spirito per farci sperimentare qualcosa del mistero d'amore in seno alla Trinità.

Nella mia pausa contemplativa, oggi, mi lascio sprofondare nel mistero; Gesù è il cibo sceso dal cielo. Gesù è Dio che si fa pane per noi!

Signore Gesù, credo alla tua presenza reale nell'Eucaristia! Scendi nel mio cuore e infiammarmi di amore per te e per ogni mio fratello!

La voce di un autore spirituale oggi

Come Dio si fece uomo per noi nel nascondimento, così pure nel nascondimento egli si fa per noi cibo e bevanda. Tanta gente passa vicino all'eucaristia senza curarsene, eppure è il più grande avvenimento che possa accadere tra noi uomini.
Henri Nouwen