Omelia (10-06-2012)
Giovani Missioitalia
Spezziamo realmente il pane

Ascoltando le parole di Gesù cosa avranno pensato i discepoli? Quali strane parole stava pronunciando il Maestro? Come avrebbero potuto, loro, mangiare del suo corpo e bere del suo sangue?
Anche noi, come i discepoli, restiamo perplessi di fronte all'offerta di Gesù: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?" si chiedono i Giudei nella sinagoga con indignazione (Gv 6,52). Gesù ci scandalizza e ci lascia senza parole. Ma qual è il corpo di Gesù? Corpo di Gesù è quello che si è formato durante nove mesi nel ventre di Maria. Corpo è quello del figlio che lascia la madre e comincia a camminare percorrendo villaggi, compiendo miracoli e annunciando l'amore del Padre. Corpo di Cristo è quello lasciato solo di fronte alle autorità: è quello sofferente, fustigato e inchiodato sulla croce. È il cadavere di Gesù deposto dalle donne nel sepolcro.
Eppure quel corpo non muore per sempre: continua a sorprenderci questo Gesù che risorge da morti e che, vivo, si mostra ai discepoli "apparendo loro per quaranta giorni e parlando del Regno di Dio" (At 1,3).
Ma il posto del Figlio dell'uomo è a fianco del Padre. Ecco che, con l'Ascensione, infine, quel corpo viene elevato al Cielo davanti agli occhi dei discepoli: "e una nube lo sottrasse al loro sguardo" (At 1,9).
Strano: di quel corpo nessuno sembra più sentire la mancanza. Non sono più i discepoli sconsolati che, dopo la morte di Gesù hanno perso la speranza: no, ora ne hanno le prove! Egli continua a stare in mezzo a loro! Il pane spezzato e il vino, offerti durante l'ultima Cena, diventano veramente il corpo e il sangue di Cristo. Quel gesto semplice racchiude il significato dell'alleanza di Dio con gli uomini: è Gesù stesso che si dona per la salvezza dell'umanità. E noi? Come possiamo seguire l'esempio di Cristo? Anche noi siamo chiamati a spezzare il pane come Lui ha fatto: con chi ha fame, con chi è abbandonato, con chi è solo e sta soffrendo.
Non scegliamo realmente Gesù se non siamo disposti a dare del nostro tempo, del nostro amore, della nostra attenzione a chi ha bisogno.
Qui in Cidade Olimpica, ultima periferia di una metropoli brasiliana, le situazioni che ci chiedono questo sono molte: bambini che crescono senza una famiglia, madri senza un lavoro che devono sostenere molti figli, giovani che entrano nel giro della droga. Spezzare il pane con loro è dare un piccolo sostegno: a volte accompagnare una donna o un bambino ad una visita medica oppure dedicare un po' di tempo per visitare una persona malata.
Ma quante associazioni di volontariato operano, in Italia, in aiuto delle persone disabili, dei senzatetto, dei bambini in situazione di disagio!


Gesù ci chiama a spezzare il pane con loro per rinnovare ogni giorno il suo gesto di Amore infinito!

Il commento è di Maria Gabbato dell'Equipe São Luis - Maranhão (Brasile)