Omelia (10-06-2012) |
Omelie.org (bambini) |
Ciao bambini! Sentite questo racconto... "Una volta un cardellino fu ferito ad un'ala da un cacciatore. Per qualche tempo riuscì a sopravvivere con quello che trovava per terra, poi arrivò l'inverno... Un freddo mattino il cardellino si posò su uno spaventapasseri: era molto distinto ed era amico di tutti gli uccelli che giravano nei paraggi. Aveva il corpo di paglia ed era vestito con un vecchio abito da cerimonia; la testa era una grossa zucca arancione; i denti erano dei granelli di mais; il naso era una carota e gli occhi erano due noci. "Che ti capita, cardellino?" chiese lo spaventapasseri, gentile come sempre. "Va male -sospirò il cardellino- il freddo mi sta uccidendo e non ho un rifugio. Per non parlare del cibo! Penso che non rivedrò la primavera". "Non aver paura!" -disse lo spaventapasseri- "Rifugiati qui sotto la giacca. La mia paglia è asciutta e calda". Restava però il problema del cibo. Un giorno in cui la brina ricopriva tutto il terreno, lo spaventapasseri disse dolcemente al cardellino:" Cardellino, mangia i miei denti: sono ottimi granelli di mais". "Ma tu resterai senza bocca!" disse il cardellino. "Sembrerò molto più saggio!" rispose. Lo spaventapasseri rimase senza bocca, ma era contento che il suo piccolo amico vivesse. E gli sorrideva con gli occhi di noce. Dopo qualche giorno fu la volta del naso di carota. "Mangialo, è ricco di vitamine", diceva lo spaventapasseri al cardellino. Toccò poi alle noci che servivano da occhi. "Mi basteranno i tuoi racconti", diceva lui. Infine lo spaventapasseri offrì al cardellino anche la zucca che gli faceva da testa. Quando arrivò la primavera, lo spaventapasseri non c'era più. Ma il cardellino era vivo e spiccò il volo nel cielo. Lo spaventapasseri ha amato così tanto da dare la sua vita per il cardellino... è una semplice storiella inventata ma che ci fa capire fino a che punto può arrivare l'amore. Fino a che punto è arrivato l'amore di Gesù per noi? Fino al punto da morire in croce per farci spiccare il volo, per darci la possibilità di vivere per sempre con lui. Questo dono grandissimo del suo Corpo e del suo Sangue donato per la nostra salvezza lo festeggiamo in particolare questa domenica, solennità del "Corpus Domini", con la consapevolezza però che, per questo immenso regalo, non dobbiamo fare festa solo oggi... ogni volta in cui celebriamo l'Eucaristia, infatti, è festa del "Corpus Domini", ogni volta è il momento in cui dire il nostro grande GRAZIE a Gesù. Nella prima lettura abbiamo sentito che Mosè, dopo aver riferito al popolo i comandamenti del Signore, costruisce un altare ai piedi del monte ed incarica alcuni giovani di immolare degli animali per offrirli al Signore come sacrifici di comunione. Poi sparge una parte del sangue sull'altare, che rappresenta Dio, e l'altra parte sul popolo. Nella concezione ebraica il sangue contiene la vita e ne è il simbolo: tra il Signore e Israele, dunque, circola lo stesso sangue, c'è cioè un patto di reciproca appartenenza, c'è una alleanza: "Voi sarete il mio popolo ed io sarò il vostro Dio". Questo sacrificio è un annuncio simbolico della Nuova Alleanza che Dio farà con tutte le genti offrendo in sacrificio la vita di suo Figlio: non più un Dio per il popolo eletto, ma un Dio per tutti i popoli della terra. Gesù, per il suo sacrificio, ha scelto un qualcosa di molto più semplice di ciò che ha scelto Mosè: il pane. Penso che siate d'accordo con me nel dire che il pane è un alimento straordinario! Infatti, oltre ad essere buono, è anche un cibo di cui non ci si stanca mai... lo mangiate sì o no ogni giorno? Il pane portato all'altare, anche se ha l'aspetto, il gusto, la forma di pane, è trasformato dallo Spirito Santo nel Corpo di Cristo, e in ogni Eucaristia si rinnova il sacrificio di Gesù: in ogni Eucaristia, cioè, Gesù muore e risorge per noi. Voglio farvi un semplice paragone che vi farà comprendere ancora di più il bene che ci ha voluto Gesù quando, nell'obbedienza alla volontà del Padre, ha sacrificato se stesso sulla croce stabilendo così la Nuova Alleanza. Immaginate un padre che ha molti figli e uno di questi figli vuole così bene al papà che decide di fargli un regalo grandissimo. Siccome questo figlio è molto buono, chiede agli altri fratelli di mettere la firma nel bigliettino, ma solo la firma... il regalo, infatti, l'ha pagato tutto lui! Ecco. Gesù è questo nostro fratello buono che ama infinitamente il Padre e che vuole fargli il dono straordinario della propria obbedienza fino alla morte. Noi siamo gli altri fratelli che... attenzione però! ABBIAMO MESSO LA FIRMA!!! Cosa significa questo? Che siamo d'accordo nell'offrire questo dono e, anche se non l'abbiamo pagato allo stesso prezzo con cui l'ha pagato Gesù, dobbiamo comunque fare la nostra parte... Non certo morendo! E come allora? AMANDOCI GLI UNI GLI ALTRI: questo, per noi, è "dare la vita". Questo fratello buono che ci ha amato a tal punto pur di salvarci, ha voluto inoltre farci anche il dono di stare sempre con noi proprio col suo Corpo e il suo Sangue: "Prendete, questo è il mio corpo. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e ne bevvero tutti. E disse loro: "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti": così scrive Marco nel Vangelo di oggi. L'evangelista ci racconta la preparazione e la celebrazione dell'ultima cena di Gesù con i suoi apostoli, una cena il cui momento più importante è quello in cui Gesù pronuncia le parole che accompagnano lo spezzare del pane e presenta il calice con il vino affinché sia condiviso. Ogni volta che "mangiamo" quella particola, quel piccolo pezzetto di pane, Gesù è vivo in carne ed ossa dentro di noi: non è un simbolo, è una presenza vera e reale, è proprio Lui che vuole stare vicino a noi per aiutarci a "dare la vita" nel senso in cui abbiamo detto prima. Nell'Eucaristia si realizza il desiderio di Gesù: essere accanto a noi per farci felici e per "trasformarci", per farci cioè diventare altro "pane" di felicità. La forza che ci dona il pane eucaristico, infatti, ci aiuta a vivere ogni giorno con l'amore che riceviamo da Dio: un amore che dobbiamo condividere con gli altri, un amore che nasce da Lui per arrivare a tutti anche grazie a te Lucia, a te Marta, a te Andrea, a te, a te, a te... Non si tratta allora di un incontro intimo, ma di una missione! E' "comunione" non solo con Gesù ma anche con tutte le persone che conosciamo e anche con quelle che non conosciamo. Sentite che bella preghiera ho trovato. Cosa dite di impararla a memoria, di ripeterla ogni giorno nel vostro cuore e di trasformarla in vita? "Corpo di Cristo spezzato per noi che trasformi la nostra vita, fa' che diventiamo pane spezzato per poter riempire tutte le mani affamate". Commento a cura di Maria Teresa Visonà |