Omelia (10-06-2012)
Gaetano Salvati
Dono gratuito di sè

"Prendete, questo è il mio corpo... questo è il sangue dell'alleanza" (Mc 14,22). Le Parole di Gesù, pronunciate durante la Cena Pasquale, annunciano al mondo e a ciascuno di noi che l'Eterno ha avuto tempo per l'uomo, tanto da farsi storia e consentire alla condizione umana di divenire dimora di Dio. Fermiamoci un'istante e meditiamo la volontà di Cristo di incontrare l'uomo. Un simile incontro si concretizza attraverso delle realtà, mediazioni storiche (sacramenti): pane e vino. Mediante questi umili segni il Vivente diviene nutrimento per l'uomo, dono gratuito per tutti e, anticipazione del Regno di Dio nel mondo. In questo senso, l'eucaristica è il vertice di tutti i sacramenti, perché è la pienezza dell'unione fra Dio che comunica la Sua vita e l'uomo che riceve il corpo e il sangue di Cristo. Difatti, quando la comunità fa memoria della Sua passione, cioè partecipa all'eucaristia, lascia spazio, nel suo corpo e nel suo sangue, alla vita incorruttibile. Comunicare al Corpo e al Sangue di Cristo significa fare esperienza della libera e gratuita auto-comunicazione di Dio, e manifestare nel suo agire la novità del dono divino che ha trasformato l'esistenza: l'uomo nuovo è tale poiché è (deve essere) segnato nell'interiorità e nell'esteriorità dalla grazia del mistero sacramentale. L'etica cristiana, dunque, è al tempo stesso dimora dell'uomo nuovo e forza di un nuovo costume, in cui il comportamento è caratterizzato dalla presenza dello Spirito, quale azione nella storia, della storia di Gesù di Nazaret.
La solennità di oggi ci rivela, quindi, che accogliere la presenza di Cristo nella nostra vita, non significa partecipare formalmente all'eucaristia, ma riuscire, con il Suo aiuto, a trasformare la nostra vita in una presenza reale del Signore in mezzo al mondo. Amen.