Omelia (17-06-2012) |
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COMMENTO ALLE LETTURE a cura di Paolo Matarrese Qualche giorno fa mi sono ritrovato imbottigliato in mezzo al traffico in una via periferica della città. Mentre stavo in fila con la macchina all'improvviso mi si apre davanti agli occhi uno spettacolo che mi ha spiazzato: una meravigliosa distesa di papaveri in fiore! Riesco con fatica ad accostarmi con la macchina e scendo per ammirare lo spettacolo. La cosa che più mi ha colpito è che in quella via, dove ci passo spesso, qualche giorno prima non c'era ancora nulla e dicevo tra me: questa meravigliosa città offre sempre "un bello da scoprire" imprevedibile, inatteso, gratuito! Allacciandomi al vangelo di oggi potremmo dire che anche le parabole raccontate in questa domenica da Gesù sono proprio un grande invito ad aprire la nostra vita ad "un bello" imprevedibile e gratuito dato dal suo Regno e dalla sua Parola! Gesù ci dona oggi due parabole dove in entrambe il protagonista è un seme che, con la sua forza cresce, porta frutto e diventa un grande albero! Potremmo dire che una delle caratteristiche di queste parabole è la sproporzione! Nella prima parabola infatti abbiamo una sproporzione di azioni tra quelle dell'agricoltore, che semina e compie la mietitura, a fronte delle tante azioni che invece il seme compie: germina - cresce - produce lo stelo - produce la spiga - produce il grano! Nella seconda parabola abbiamo invece una sproporzione di misura tra la condizione iniziale del granello di senape (il più piccolo!) che diventa un albero (il più grande!). Gesù oggi ci incoraggia ad accogliere e continuare a vivere il vangelo nella nostra vita nonostante le nostre debolezze e i nostri scoraggiamenti, a cercare di far fruttificare la verità della sua Parola nella nostra storia. In questo periodo nelle comunità parrocchiali è tempo di verifiche e di analisi dell'anno pastorale appena trascorso, raccogliamo allora da queste parabole le modalità giuste per farlo: "Così è il regno di Dio, come un uomo che getta il seme sul terreno...". Troppo spesso ci imbattiamo in analisi frustranti e depressive della vita comunitaria. Vorremmo vedere risultati basati sui nostri parametri di successo, vorremmo vedere frutti immediati e invece ci ritroviamo spesso avvitati su noi stessi in letture della realtà troppo umane... la parabole del seme che cresce spontaneamente ci ricorda invece che il nostro ruolo di comunità deve concentrarsi sul "continuare a seminare", continuare ad annunciare il vangelo, la Parola di Dio, aprirsi a continui tentativi ed iniziative ma poi ricordarsi, ed è qui il grande messaggio di fiducia e speranza, che non siamo soli, che la Parola che tentiamo di annunciare non è la nostra e che la buona riuscita dell'annuncio non dipende solo da noi ma soprattutto dalla potenza di Dio: "dorma o vegli l'agricoltore, il seme germoglia e cresce". Non dobbiamo certo per questo cadere in atteggiamenti di pigrizia o superficialità ma credere che noi siamo portatori di una Parola e di un messaggio che è Potenza di Dio. E' questa la nostra forza, la forza delle nostre comunità: la Parola che è Potenza di Dio! Ogni volta che non mettiamo al centro l'annuncio di questa Parola nelle nostre comunità rischiamo di annunciare tante cose, anche belle e buone, usare tanti mezzi efficienti ma probabilmente stiamo perdendo il fulcro della nostra missione: l'annuncio del vangelo! Un sacerdote così scrive "nell'annuncio non dobbiamo ricercare il successo, ma la verità; come comunità non ci dobbiamo sottrarre al compito di annunciare tutta la Parola di Dio". Anche a livello personale il periodo estivo può diventare il momento per fermarsi e riflettere sulla propria vita. La parabola del granello di senape viene in nostro aiuto: basta un piccolo seme per riaprire la nostra vita a grandi cose! Con l'aiuto dalla Parola di Dio e della sua grazia basta un piccolo passo verso il bene e il vero per riaprire la nostra vita a frutti insperati! C'è sempre un tempo per ripartire, per riprendersi, per rialzarsi e questo comincia con l'accogliere e dare spazio in maniera umile alla parola di Dio! Sia il bene che il male cominciano sempre da un seme. Da principio non sono niente che un seme ma poi diventano alberi grandi! Questa parabola ci mette di fronte alla grande occasione e responsabilità che ci offrono i nostri gesti: ci sono piccoli gesti di bene che dobbiamo continuare a fare con fiducia, continuare a seminare con pazienza e perseveranza sapendo che possono diventare un domani grandi alberi per la nostra vita o per quella degli altri, ma nello stesso tempo dobbiamo anche stare attenti a non lasciare che piccoli semi di male vengano seminati nella nostra vita, nella società, nelle nostre abitudini: all'inizio sembrano insignificanti e gestibili ma poi anche loro possono diventare grandi alberi. Chiediamo allora in questa domenica al Signore la grazia di infondere in noi l'entusiasmo di continuare ad annunciare il suo vangelo e la speranza che attraverso piccoli gesti la nostra vita possa aprirsi di nuovo ad un bello inatteso e gratuito! |