Omelia (24-06-2012)
padre Gian Franco Scarpitta
Il Dio che da' priorità all'uomo

Nel Prologo del Quarto Vangelo subentra quasi improvvisamente dopo la descrizione della creazione da parte di Dio e del suo Verbo e gli viene attribuita la funzione di "testimone della luce". Non era lui stesso la luce, ma doveva rendere testimonianza ad Essa. (Gv 1, 6) Si tratta di Giovanni, personaggio singolarissimo il cui nome (che significa etimologicamente "il Signore fa' grazia, o anche Dio ha misericordia) viene espressamente citato appunto nel contesto vivo dell'Incarnazione del Verbo. La sua posizione è di inferiorità rispetto al Figlio di Dio, non è affatto all'altezza della sua grandezza e della sua potenza, tuttavia la sua funzione non è di secondaria importanza: egli infatti è il Precursore, Colui che predispone tutti quanti alla rivelazione divina, che raggiunge il suo acme nella venuta del Verbo nella carne. La funzione di Giovanni è quella di orientare tutti, per mezzo della predicazione, alla venuta imminente del Messia, di scuotere i cuori verso il ravvedimento e il cambiamento radicale di vita, di farsi apportatore di consolazione e di sollievo perché con la venuta del Messia "ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.
In questo personaggio che si presenterà irsuto e in umilissime vesti di mantello nutrendosi di locuste e miele selvatico, Dio ci predispone appunto al dono del Salvatore Messia: Giovanni predicherà un battesimo di conversione per il perdono dei peccati auspicando che tutti ci si prepari alla salvezza definitiva. Non sarà certamente il battesimo sacramentale istituito da Cristo, che verrà conferito in Spirito Santo per il lavacro di rigenerazione, ma in questo atto rituale di abluzione al Giordano, verrà significata la predisposizione interiore degli uomini all'accoglienza del Salvatore, insomma la conversione per il perdono dei peccati.
Di Giovanni oggi si celebra la venuta al mondo, che è stata se non contemporanea almeno concomitante con quella di Gesù. Zaccaria, rimasto privo di parola quale punizione per aver dubitato della gestazione straordinaria di Elisabetta, delinea su una lavagna quale sarà esattamente il nome di questo nascituro: appunto Giovanni. Elisabetta, che riconosce in Maria la "Madre del suo Signore", avverte che il bambino esulta nel grembo, mentre la Vergine è pronta a recare nel suo ventre il Bambino divino. Episodi commoventi e suggestivi, che rendono l'idea della valenza teologica che assume questo personaggio precursore del Messia, ma che ci rammentano ancora una volta la necessità della conversione in vista della fede.
Concepire Dio come l'assolutamente necessario nella nostra vita, considerare la sua priorità rispetto alle altre scelte e orientarci in modo da non anteporre niente a Lui e da concepire anzi ogni altra cosa al di sotto di Lui è infatti indispensabile affinché in noi si possa sorgere, autentico e comprovato, il germe della fede e perché questa fede possa resistere a tutte le intemperie affrontando tutte le sfide. Il primato di Dio infatti è sinonimo di conversione, cioè della convinzione radicale e profonda della nostra insufficienza e della necessità di un appiglio trascendente che pure vuole esaltarci ed elevarci. Collocare Dio al primo posto equivale peraltro a perseguire i nostri stessi interessi e a meritare il conseguimento dei nostri obiettivi, la soluzione di problemi e di difficoltà, poiché il Dio che esige la priorità assoluta è lo stesso Signore che dà la priorità all'uomo; l'uomo che esige priorità assoluta non fa' che concedere priorità al suo Dio. La conversione conduce alla fede certa, invitta e disinvolta, la quale va coltivata, sostenuta e difesa, ma che resterà sempre salda e incrollabile perché forte di questa consapevolezza acquisita dell'amore divino nei nostri confronti.
Convertitevi (prima) e credete al Vangelo (dopo) sarà il monito esplicito di Gesù mentre annuncia il Regno di Dio e lo rende presente per mezzo di parole e atti di misericordia. Il medesimo appello ci viene rivolto da Giovanni il Precursore che in ogni istante rammenta l'importanza della conversione in vista della fede.
Anche in questo periodo in cui siamo attratti dai litorali delle spiagge che ci avvincono e ci seducono o dagli itinerari turistici che ispirano rilassamento e spensieratezza: proprio mentre gustiamo il meritato riposo ci concediamo il legittimo divertimento e la distrazione da un intero anno estenuante di lavoro, occorre che rammentiamo a noi stessi che Dio ha la legittima superiorità anche in ordine alle vacanze perché tutto ciò che ci giova possa anche essere lecito in ogni caso e in ogni senso. L'invito alla conversione è proprio di tutte le stagioni perché è proprio della vita e della dignità dell'uomo.