Omelia (17-06-2012)
Giovani Missioitalia
Il seme germoglia e cresce

Gesù da buon pedagogo, educatore guarda non solo alla sostanza del messaggio ma anche alla capacità recettiva e alla situazione di vita dei suoi ascoltatori, per lo più gente comune e semplice. Il parlare in parabole era un mdo per far cogliere un messaggio centrale usando immagini ed esempi concreti di vita.
Nella sua predicazione Gesù non parla di se stesso e dei suoi programmi ma del ‘Regno di Dio' e questo non ha niente a che fare con un organizzazione politica, civile o territoriale, con titoli e palazzi; dice la presenza ed azione di Dio Padre nostro in Cristo Gesù. E' una presenza di salvezza, vita nuova e forza trasformatrice che entra nella realtà attuale con tutte le sue tensioni e contraddizioni. Era una tematica nota nel mondo e nella tradizione Ebraica. In un periodo di crisi, agli Ebrei in esilio scoraggiati e delusi il profeta Ezechiele (nella prima lettura di oggi) porta un messaggio di speranza parlando del ramoscello verde che germoglia da un albero secco: "lo pianterò sul monte alto d'Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico"(17: 23).
In tempo di crisi, vedi la situazione economica attuale, il terremoto in Emilia ecc. non si può stare inermi a guardare, bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Lo sviluppo della chiesa nei secoli è avvenuto grazie al sudore degli apostoli, pastori e diversi leaders: -uomini e donne di diverse nazioni e stati di vita-, il sacrificio dei cristiani e spesso il sangue dei martiri; comunque c'è forse per noi, pastori e leaders nella Chiesa, il pericolo di cadere nel protagonismo, di sentirsi indispensabili, di credere che la soluzione venga da una bella organizzazione e pianificazione o capacità manageriale. Rischiamo a volte di fare del nostro apostolato e programmi pastorali delle proprietà private e delle fonti di competizione! Certo il Signore ha bisogno della nostra collaborazione ‘partnership' responsabile e competente, ma l'agente principale della trasformazione e crescita nella chiesa, nella vita della gente enella società, rimane Lui. Paolo lo ricorda nella Prima lettera ai Corinzi 3: 6 "io ho piantato, Apollo ha irrigato ma è Dio che ha fatto crescere". Certo l' uomo deve gettere il seme, deve fare la sua parte! Il seme non scende spontaneamente dal cielo ma " germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa" (v. 27). Lo vedo io nella mia esperienza di parroco di avere la tentazione ad essere ‘result-oriented', alla ricerca di un riscontro per il mio lavoro e sudore, programmi e generosità pastorale ed invece spesso vedo che il Signore ha i suoi tempi e modi, chiede pazienza e metodi non potenti. Dove meno te lo aspetti vedi che qualcosa sta crescendo.
In una parrocchia con 30,000 e più baraccati il Signore è all'opera e qualcosa sta succedendo nella realtà nascosta delle nostre famiglie, dei 7-8 volontari della Caritas parrocchiale che giorno dopo giorno nutrono 100 e più bambini poveri, dei giovani animatori, delle nostre catechiste volontarie che parlano di Gesù e insegnano le preghiere a bambini nelle scuole pubbliche, delle comunità di base che ascoltano la Parola e parlano dei loro problemi, delle ore di adorazione del Venerdì sera magari con pochi giovani e leaders. Quello che vedo attorno nella nostra parrocchia di Tondo, qui a Manila è tanta immondizia e tante problematiche di vario genere, e il sogno sarebbe di avere la bacchetta magica o di cercare una soluzione drastica al problema della povertà e invece il Signore sembra avere altro metodo e tempi suoi.
Se quel ‘granellino di senapa' seminato 2000 anni fa' da lui e da un gruppetto di 12 uomini ordinari ha sconvolto regni ed imperi ben più potenti saprà sconvolgere in modo creativo anche la nostra realtà attuale che appare senza futuro e speranza.



Il commento è di p.Carlo Bittante, missionario canossiano a Manila