Omelia (15-07-2012) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Amos 7, 12-15; Salmo 84/85; Efesini 1,3-14; Marco 6,7-13 La liturgia della scorsa domenica ci ha presentato l'indifferenza che gli uomini hanno nei confronti della Parola predicata, e come la debolezza dell'uomo possa diventare la sua forza. In questa domenica la liturgia ci ricorda come lo Spirito invade tutti gli uomini perché diventino missionari della Parola, infatti il cristiano è un "chiamato e un mandato da Dio nel mondo per annunciare il vangelo". Il profeta Amos, nella prima lettura, ci racconta come 750 anni prima di Cristo, in Giudea, per procurarsi il pane badava al bestiame e raccoglieva sicomorie. Proprio in uno di quei momenti il Signore lo ha chiamato e lo ha inviato a profetizzare al suo popolo Israele. Qui, però, non e più questione di guadagnarsi da vivere, ma di «rischiare» la propria vita sull'ubbidienza a un comando ricevuto dal Signore, che lo porta a predicare con entusiasmo, ma con innumerevoli difficoltà, con una evidente dose di ingenuità, non più protetti come «nel santuario del re». Il sacerdote di Betel, Asmasia, lo aveva invitato ad andarsene da lì, anche perché voleva proteggere la tranquillità del tempio, e non condivideva il nuovo modo di essere missionari. L'inviato non può prescindere da questo motivo sostanziale della sua missione: essere portatore, non delle minacce, dei castighi, ma delle benedizioni del Padre. Nel salmo responsoriale con il ritornello: "Mostraci, Signore, la tua misericordia", l'uomo vuole ricordare come Dio promette di ridonare pace e giustizia al suo popolo, purificato dall'esilio e dalle sofferenze. Molto profondi e rassicuranti i versetti: "Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra che darà il suo frutto e la giustizia si affaccerà dal cielo" Nella seconda lettura l'apostolo Paolo scrive un meraviglioso inno di benedizione a Dio perché "in Cristo ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità". In questa frase vediamo la predestinazione a figli, redenzione e perdono dei peccati, rivelazione, dono dello Spirito. Dio Padre ci fa conoscere "il mistero del suo volere" che è quello della salvezza dell'uomo, che ha creato perché sia felice, attraverso il suo Figlio che realizza il "progetto di salvezza". Infatti è proprio questo dono del Figlio, che realizza il suo disegno di amore per gli uomini. Il Padre ci ha dato tutto nel «suo Figlio diletto». Nel brano del vangelo, l'apostolo Marco, ci presenta come Gesù manda gli apostoli a svolgere la loro missione nel mondo e chiede loro una povertà e disponibilità incondizionate. Proprio quei dodici che lui aveva scelto perché "lo seguissero" lasciando tutto, ora sono mandati agli uomini per proclamare la sua Parola ed ad evangelizzarli. Gesù manda gli apostoli "a due a due" e gli ordina di non prendere con loro altro che un bastone e di calzare dei sandali, infatti tutto il resto lo troveranno nelle case che li ospiteranno. Dice ancora di stare sempre in una sola casa per tutto il tempo necessario alla loro predicazione e poi di ripartire per altri villaggi. Gli ordinò infine di abbandonare le case dove non fossero ben accolti e non ascoltati, di andarsene e di scuotere la polvere di quelle case dai loro sandali affinché quegli capiscano. Diede loro potere sugli spiriti immondi "Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano". Importante per noi l'essere mandati a due a due, segno della comunità, Come battezzati abbiamo l'obbligo della testimonianza, ma questa deve essere vera, semplice, deve indicare la strada che Cristo vuole per ognuno di noi, deve essere essenziale. I cristiani, troppe volte, curano molto le cose marginali, programmano, scrivono fiumi di parole, fanno molti testi, e tutto con assoluta precisione, ma poi dimenticano che la Parola di Gesù è "semplice e chiara". I nostri armadi sono pieni di cose che non ci servono e che potrebbero rendere felice o addirittura salvare qualcuno, invece noi le teniamo lì perché sono nostre e ci danno un senso di possesso. Per la riflessione di coppia e di famiglia: - Fare la volontà del Signore non è sempre facile, ma noi siamo capaci di ascoltarlo quando ci parla? - Invidiamo i "missionari" per il loro coraggio, ma quanto coraggio ci vuole a testimoniare la nostra fede con gioia e semplicità? - Essere "figli adottivi del Padre e predestinati alla salvezza" ci rende capaci di vivere con serenità le difficoltà quotidiane? - Possesso e denaro ci impediscono di vedere chiaramente la verità, chiediamo, ogni giorno al Signore di farcela vedere lui? Commento a cura di Gianna e Aldo Sartore - CPM Genova |