Omelia (24-06-2012) |
mons. Antonio Riboldi |
Solennità della natività di San Giovanni Battista La Chiesa oggi, giustamente, sottolinea la grandezza di Giovanni Battista: l'uomo, scelto da Dio, per annunciare la novità del tempo che si stava preparando. Dopo il peccato originale non c'era più posto per noi presso Dio. I nostri progenitori avevano ceduto alla tentazione del serpente, ossia di fare a meno di Dio e sentirsi i soli ed unici protagonisti della vita. La vita non era più una risposta di amore a Dio, occasione incredibile di conoscere la bellezza di essere amati. A rompere il dialogo di amore tra l'uomo e il Padre era bastato prospettare la possibilità di fare a meno di Dio, convinti di poterci sostituire a Lui, realizzandoci da soli, in una libertà che tale non è. Tutti sappiamo come è andata a finire. Continua ad accadere questo dramma, quando la superbia dell'uomo prevale in lui, illudendolo di essere 'il centro del mondo', svincolato da ogni relazione con Dio. Ed ecco che allora, come oggi, si finisce per 'sentirsi nudi', tanto da essere spinti istintivamente a nascondersi, soli ed angosciati interiormente, privi ormai della stessa ragione per cui siamo stati creati, incapaci di amare e lasciarsi amare, che è l'unica sorgente della vera felicità e grande sogno del Padre, che non vuole sudditi, ma creature che rispondono al suo dono nella libertà dell'amore: questa è la prova, ieri ed oggi, che ogni essere umano deve affrontare. Messi alla prova, i nostri progenitori, di fronte alle proposte del demonio, preferirono una impossibile gloria e felicità senza Dio. Ma, nonostante l'uomo - ogni uomo, noi compresi - sia spesso così insipiente ed insensato, Dio, l'Amore fedele, non può rinunciare a volere il bene delle creature nate dal Suo stesso Amore. Ci sono voluti tanti, ma tanti secoli, per ritessere il dialogo con l'uomo, e quindi preparare il terreno al ritorno del Padre tra noi e, soprattutto, di noi con Lui. Giovanni Battista è il grande profeta, l'ultimo, che annuncia l'incredibile evento di Dio, che torna tra noi: 'Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo' dirà a tutti. Egli annuncia l'imminente venuta di Gesù, il Figlio di Dio, che ha donato la vita per la nostra rinascita a figli. Così nella sua I lettera l'apostolo Pietro annuncia questa attesa: "Carissimi, voi amate Gesù Cristo pur senza averlo visto, credete in Lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede, la salvezza delle anime. Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata: essi cercavano di sapere quale momento o quale circostanza indicasse lo Spirito che era in loro, quando predicava le sofferenze destinate a Cristo e la gloria che le avrebbe seguite. A loro ha rivelato che, non per se stessi, ma per voi, erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal Cristo, cose alle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo". ( I Pt. 1, 8-12) Anche oggi, nella storia della Chiesa, Dio continua a donare tanti profeti: non predicono il futuro, come fu per Giovanni Battista, ma annunciano la Presenza tra di noi di Dio, che gli uomini stentano a riconoscere. Giovanni, si legge nel Vangelo, preparò la sua missione, vivendo nel deserto, dove si fa silenzio sulle vicende terrene della vita, per creare lo spazio alla viva voce e ai disegni che Dio ha - anche oggi - per l'umanità. Forse pensiamo troppo poco che ogni cristiano nel Battesimo riceve il dono della fede e della profezia. Ma occorre radicare tale dono nella ricerca continua, nella serietà e umiltà, che è la vera esigenza per viverlo in pienezza. Quando diciamo che il mondo è materialista, altro non facciamo che affermare come l'uomo sia chiuso al suo ruolo di profeta. Annunciare la fede è spesso ridare a tutti noi la vera ragione della vita, quella che Dio ha pensato e voluto, creandoci. Per grazia di Dio, anche oggi, in questo tempo di materialismo, accartocciato nel qui ed ora, chiuso ad ogni prospettiva di vero futuro, che, ripeto, è la sola ragione della vita, ci sono stati e continuano ad esserci tanti profeti, che non si lasciano catturare dalle mode passeggere o dal pensiero relativistico del mondo, ma sanno guardare ed indicare l'oltre. Basterebbe ricordare la decisione profetica di Giovanni XXIII che, considerato dai più solo un Papa di transizione, quando nessuno se lo aspettava, ebbe l'ispirazione di annunciare la nascita di quel grande evento che fu il Concilio Vaticano II. Una svolta incredibile, in cui lo Spirito seppe dare il vero volto all'umanità, per il futuro... e noi siamo figli di quella profezia. O ricordiamo il grande Paolo VI, vero 'traghettatore' del Concilio, che incontrò tanti contrasti quando prospettava dottrine come la difesa di chi nasce. Ma quella 'profezia', oggi di grande attualità, ha veramente impresso un nuovo volto alla procreazione. O, se vogliamo, la mente e il cuore tornano al grande Giovanni Paolo II, che fece della vita una continua profezia, dando voce a tutte le virtù che ogni uomo dovrebbe coltivare per raggiungere la pienezza in Cristo, fino alla fine. Chi non ricorda, in Sicilia, il suo grido contro lo strapotere della mafia, un comando: 'Non uccidete!', e la sua difesa, in ogni parte del mondo, dei più deboli. Tanti sono stati i veri grandi del nostro tempo, dalla fondatrice dei Focolari, Chiara Lubich, a don Giussani, e tanti altri. Ci sono poi tanti cristiani semplici, ma di profonda fede, che quando parlano - forse senza neppure rendersene conto - danno alle parole il senso della profezia. Tra questi dovremmo esserci anche noi, semplicemente mettendo in disparte le chiacchiere senza contenuto, che hanno il sapore del chiasso, per fare spazio a parole o a volte anche solo con la condotta che rimandano ad altro. Basta avere un occhio spirituale, per accorgersi che la profezia non è morta, ma vive tra noi. Il Vangelo di oggi ci mostra l'origine davvero divina del Battista, come narra l'evangelista Luca: "Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo, vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre Zaccaria. Ma sua madre intervenne: 'No, si chiamerà Giovanni'. Le dissero: 'Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome'. Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: 'Giovanni è il suo nome'. Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di queste cose. Tutti coloro che le udivano le custodivano in cuor loro dicendo: 'Che sarà mai di questo bambino?'. E davvero la mano di Dio era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione ad Israele". (Lc. 1,57-68) È sempre sorprendente come Dio sappia scegliere i Suoi. È lo stile di Dio, quello di donare uomini disponibili a compiere i progetti di bene per l'umanità. E Giovanni Battista fu uno di questi. Ma se ci guardiamo attorno, nel passato e nel presente, certamente troveremo persone che hanno saputo manifestare l'amore che Dio ha per noi e indirizzarci nel compiere la Sua volontà. È questa la grazia più grande: il dono vero della profezia. Questo dobbiamo diventare gli uni per gli altri, educando noi stessi a essere dono di verità e di amore. Lo possono essere tanti genitori per i figli, ma lo dobbiamo diventare tutti noi, ciascuno di noi, là dove il Signore ci ha posto, cogliendo le buone occasioni per accostare fratelli e sorelle, e, senza bombardarli con il chiasso delle parole vuote, ma con la discrezione delle parole rare e pesate, che nascono dal silenzio del cuore, ricche dunque di amore e verità, o semplicemente con gesti sinceri e solidali, sostenerli, confortarli, rafforzarli nel cammino in Dio, verso il Regno. Questa è la grazia della profezia, che a ciascuno è stata affidata come dono nel Battesimo. Diventiamone consapevoli e facciamo in modo che non resti infruttuosa. |