Omelia (01-07-2012)
mons. Giuseppe Giudice
Signore, aumenta la nostra fede

La liturgia odierna è un canto a Dio che "ha creato l'uomo per l'incorruttibilità". Siamo invitati a cantare, anche se alla sera è ospite il pianto e al mattino la gioia. Cantare a Dio, amante della vita, perché ha mutato il mio lamento in danza. Due storie di donne, povere e mendicanti dinanzi a Gesù, sono il paradigma di ogni storia di insignificanza dinanzi a Lui.
Il cristiano deve riscoprirsi ricco nella fede per osare e tentare, come la donna tra la folla, di toccare il lembo del mantello di Gesù. Come Giairo, il cristiano deve andare da Gesù e gettarsi ai suoi piedi, anche quando ci invitano a non disturbare il Maestro, perché è proprio allora che bisogna continuare ad aver fede.
Solo allora si può udire la parola della vita: Talità kum, Fanciulla, dico a te: alzati!
E ci accorgiamo che ella stava soltanto dormendo: Parola di Gesù!