Omelia (01-07-2012) |
don Giovanni Berti |
La cura all'emorragia della fede Clicca qui per la vignetta della settimana L'evangelista Marco intreccia fortemente queste due storie, quella della bambina moribonda e quella della donna malata di emorragia, con l'effetto di amplificare ancor di più il senso di sofferenza e angoscia che Gesù è chiamato ad affrontare. Le sofferenze sono molte e di diverso tipo in queste due storie parallele. C'è il dolore fisico della malattia per la bambina e anche per la donna. E nella loro sofferenza hanno in comune il numero 12: la bambina si ammala e muore proprio a 12 anni e la donna vive come morta con una sofferenza infinita lunga quanto l'età della fanciulla. E la donna avendo questo flusso di sangue irregolare, secondo le rigide prescrizioni religiose dell'epoca, è un'impura, una maledetta da Dio. L'emorragia che la fa soffrire nel corpo, la fa anche soffrire nella vita sociale e religiosa. E anche la malattia della bambina crea sofferenza nella sua famiglia e soprattutto nei suoi genitori, gettandoli in quell'angoscia mista a impotenza che conosco bene anche i genitori di oggi quando hanno un loro figlio o figlia gravemente ammalati. E a fare da contorno a queste situazioni di sofferenza fisica e morale, ci sta anche la difficoltà delle persone, anche vicinissime a Gesù, a capire la situazione e l'intervento di Dio. Gesù è rimproverato dai suoi stessi discepoli, nel momento nel quale chiede chi lo ha toccato. I suoi amici infatti sono stupiti da questa domanda visto che è pressato dalla folla. Non comprendono infatti che Gesù ha una sensibilità che va oltre la superfice e coglie anche la più piccola richiesta di aiuto, anche quella nascosta della donna che li tocca il mantello. E Gesù quando invita alla speranza, finisce addirittura deriso dalla folla che poco prima piangeva per la bambina. Le sue parole ("la bambina non è morta, ma dorme") sembrano una follia agli orecchi di questa gente abituata a pensare che le cose vanno sempre nella stessa maniera, e che in fondo non c'è vera speranza in Dio. Quella che sembra essere la maggiore difficoltà nelle guarigioni non sta tanto nella difficoltà della guarigione fisica in se stessa, ma sopratutto nella mancanza di speranza e nell'essersi subito arresi davanti alle difficoltà. Marco ci racconta anche della fede coraggiosa della donna ammalata di emorragia e della fiducia incrollabile che tiene i genitori della fanciulla legati a Gesù. La donna malata sfida regole e convenzioni perché crede che anche il solo sfiorare Gesù la può finalmente guarire, restituendole non solo la salute fisica, ma anche quella sociale e religiosa. E Gesù riconoscerà questo coraggio, dicendo addirittura che è questa fede che l'ha guarita e non solo al potenza che sente uscire da se. E Giairo e sua moglie, anche difronte alla più inequivocabile prova del fallimento delle loro preghiere, la morte della figlia, non abbandonano Gesù e la speranza che hanno in lui. In questi giorni il papa ha decretato che padre Pino Puglisi sia proclamato beato, perché martire della fede. Questo prete ha dato la sua vita, sfidando in modo aperto e coraggioso il cancro della mafia annidato profondamente nelle persone nel quartiere Brancaccio di Palermo, dove era stato mandato parroco. Padre Pino ha creduto che il Vangelo è salvezza anche la dove non sembra esserci speranza e anche dove tanti hanno fallito nel tentativo di curare questo cancro (come i medici che inutilmente hanno cercato di guarire la donna del Vangelo...). E anche se la feroce malattia della mafia è arrivata ad ucciderlo (il 15 settembre 1993), la sua cura evangelica, fatta di speranza nei giovani e di impegno concreto per la pace, continua a guarire e ad allargare il suo benefico effetto. Come prete e come cristiano non posso che essere toccato anche io da questa testimonianza vera e così viva. Tante volte anche io perdo la speranza e rischio di abituarmi alla sofferenza e alla visione pessimistica della vita. E posso addirittura arrivare a credere che in fondo le preghiere non sono ascoltate, e che non c'è vera speranza in Gesù. E' da questa emorragia della fede che voglio essere guarito. E so che toccando con il cuore e la mente anche per un solo per un istante il Vangelo... vengo guarito e le paure e chiusure si risolvono. Clicca qui per lasciare un commento. |