Omelia (01-07-2012)
don Luigi Trapelli
La fede che ci salva

Il tema del Vangelo di Marco riguarda la fede che conduce alla salvezza.
Oggi il testo presenta due brani, uno inserito nell'altro. Da una parte vi è la rianimazione della figlia di Giairo e dall'altro la guarigione della donna affetta da perdite di sangue.
In particolare, mi soffermerò sul testo riguardante la figlia di Giairo.
Giairo è un capo, è ricco, però davanti al bisogno si prostra ai piedi di Gesù, implorandolo per la figlia molto malata. Davanti al bisogno, tutti i nostri ruoli saltano e anche le maschere che ci mettiamo addosso: siamo solo bisognosi di aiuto.
Gesù, però, non compie subito il miracolo. Anzi, ne compie un altro, visto che la donna affetta da perdite di sangue, tocca il lembo del mantello di Gesù e viene sanata. Quando i messi di Giairo vanno da Gesù, constatano che la figlia del capo della sinagoga è morta. Gesù invita Giairo ad avere ancora fede. Solo quando la fede di una persona è messa alla prova, tale fede è autentica. La fede si rafforza laddove accettiamo di affidarci a Dio più che agli orizzonti umani.
Nella casa di Giairo entrano i genitori e tre discepoli. Questi discepoli saranno gli stessi della trasfigurazione e della scena del Getsemani. Gesù non lascia entrare le persone incredule. La stessa folla che ha deriso Gesù quando ha detto che la figlia di Giairo non era morta, ma dormiva, viene lasciata fuori.
Gesù fa alzare la bambina usando il termine aramaico Talità Kum e la restituisce alla comunione con i familiari. Gesù impone il silenzio elemento tipico del Vangelo di Marco, perché solo dopo la Risurrezione potranno essere capiti completamente questi segni. Gesù ha compiuto la volontà di Giairo, però ha aspettato e ha agito per la fede di Giairo, nonostante l'incredulità di molta gente. La nostra fede è una fede nel Dio della vita.
La stessa prima lettura afferma che Dio non ha creato la morte e che non gode della rovina dei viventi.
Il nostro Dio è un Dio dei viventi. Gesù non è solo un guaritore, ma un salvatore. Non agisce nella massa anonima, ma instaura un rapporto con la singola persona. La sua azione si collega al credere o meno della persona.
Gesù non elimina la sofferenza, la malattia, la stessa morte, ma offre un nuovo modo di viverle nella fede in Dio che ha sconfitto la morte. Gesù è il Vivente che silenziosamente agisce nella storia delle persone.
Il Vangelo di oggi ci invita a proseguire il cammino di fede anche quando certe situazioni umane sembrano impossibili per credere in un Dio Signore della vita.
Ora Gesù non ci impone più il silenzio. Ci invita a parlare, ad annunciare alle persone che incontriamo, specie coloro che vivono situazioni pesanti, questo messaggio di speranza e di vita. Il Signore è risorto, ha vinto la morte e cammina sulle nostre strade per annunciare che solo in Lui troviamo la salvezza vera.