Omelia (15-07-2012) |
Omelie.org (bambini) |
"Ciao bambini! Sono... anzi.... non vi dico chi sono perché lo capirete dal mio racconto! La pianta da cui sono nato è molto longeva: può raggiungere anche alcune centinaia di anni! Ha dei fiori piccoli e bianchi senza profumo, le foglie sono di forma lanceolata ed il frutto ha una forma ovale non molto grande, di colore verde o anche violaceo. Il tronco è contorto, la corteccia è grigia e liscia ma tende a sgretolarsi con l'età; il legno è di colore giallo bruno, molto profumato, è duro ed è utilizzato per fabbricare mobili molto pregiati: mobili di ulivo. Proprio qui inizia la mia storia... Un falegname stava cercando di prendere il meglio di questo albero e scartava i rami più brutti, quelli che a lui non servivano: io ero uno di quelli e mi ritrovai buttato per terra. Che tristezza! Mi sembrava che la mia vita non servisse proprio a niente... scartato e gettato: il massimo dell'umiliazione. Passarono molti giorni e le mie speranze di essere utile svanivano sempre di più. Ero abbastanza diritto, ero sano, mi sembrava anche di essere bello... ma a cosa potevo servire? Non certo per fare un mobile! Ero lì che frullavo brutti pensieri quando sentii che una mano mi prese. Ecco, pensai, è arrivata la mia ultima ora... sicuramente mi raccolgono per bruciarmi e così la mia vita se ne andrà in fumo... E invece no! Cominciarono a liberarmi dai piccoli rametti secchi, tolsero le foglioline morte, mi tagliarono un po' per accorciarmi, mi levigarono per farmi diventare più bello e voilà... diventai un bastone! Diventai l'appoggio, il compagno di viaggio di un pescatore che era stato mandato "fino agli estremi confini della terra" per una missione molto importante. Naturalmente, all'inizio, io questo non lo sapevo... Non sapevo chi fossero quel pescatore ed il suo compagno che camminava con lui, ma intuii che il loro compito era grandissimo. Ben presto capii, con grande gioia, che ero diventato quel "qualcosa" che poteva essere d'aiuto per portare il più grande messaggio di amore a tutto il mondo: ero diventato il bastone di uno degli apostoli di Gesù!!! Già... sono stato fortunato perché ho visto e sentito tutto e così vi posso raccontare, sperando che quello che ho capito io possa servire anche a voi per essere dei piccoli missionari del Signore. Cominciamo dall'inizio. Gesù decise che era giunto il momento di mandare i suoi discepoli ad annunciare la Bella Notizia e a testimoniare la Sua presenza attraverso la loro vita. Li chiamò tutti e dodici e li mandò a due a due... Io, con la mia piccola testolina di bastone, mi chiesi: Ma perché in due? Già dodici non sono tanti, se almeno andassero ognuno per conto proprio si raggiungerebbero molti più paesi... Comunque partimmo. Il viaggio non era certo semplice, la strada era lunga e faticosa e non mancavano gli imprevisti, ma più si procedeva, più capivo il motivo per cui Gesù aveva inviato gli apostoli a due a due: per far capire a tutti come si fa ad amarsi vicendevolmente. Eh sì... nemmeno per i miei due compagni di viaggio, infatti, era tutto semplice... qualcosa su cui discutere c'era spesso ed i motivi erano vari, anche perché i caratteri erano diversi ma, alla fine, tra di loro prevaleva sempre la comprensione, l'aiuto, il perdono, la convivenza vissuta per amore. "Sarete riconosciuti da come riuscirete ad amarvi gli uni gli altri" aveva detto Gesù... Non avevano scelto loro il proprio compagno: erano stati scelti da Gesù ed erano stati incaricati di cacciare il male e le divisioni dai cuori, di convertire e di guarire. Aveva proprio ragione il Maestro... non sono le parole che contano e che convertono: ciò che conta è il modo di rapportarsi con chi è vicino. In due si fa "comunione", cioè si è comunità che vive e porta un annuncio: l'annuncio è la propria vita. E poi, quando si è in due... si è sempre in tre! L'ho sentito dire proprio con le mie orecchie da Gesù: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Che dite bambini... se il terzo è il Maestro in persona, di cosa dovremmo avere paura? A questo punto voglio tornare indietro nel racconto per parlarvi del momento in cui Gesù convocò i dodici per dare loro le disposizioni per il viaggio. Io, sinceramente, rimasi sbalordito. Sentii infatti che Gesù che "ordinava"!!! Caspita, pensai, deve essere molto importante quello che sta per dire perché di solito non ordina mai! "Ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, ne sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche". Non vi nascondo che in quel momento mi sono sentito importante: il Maestro in persona aveva detto agli apostoli di prendere per il viaggio solo un bastone! Chi l'avrebbe mai detto... io che pensavo che la mia vita fosse inutile! Al di là di questo mio momento di gloria, avevo comunque capito il Suo messaggio. Non si può essere missionari di Gesù se il nostro comportamento, il nostro abbigliamento, il nostro stile di vita contraddice quello che diciamo: quello che conta è l'essenzialità. Perché Gesù aveva detto agli apostoli di non portare due tuniche? Perché avere due tuniche era proprio dei ricchi! Il Maestro vuol far capire che la povertà è una condizione indispensabile: i missionari devono essere "truppe leggere". Un discepolo appesantito dai suoi "bagagli" diventa pigro, incapace di amare e molto abile nel trovare un sacco di scuse. E perché, oltre ai sandali certamente necessari per camminare, Gesù dice di portare il bastone? Perché è il segno del cammino, è il segno che ci dice che la nostra vita è sempre in salita, in crescita, è il segno che ci dice che non ci dobbiamo fermare mai. Anche a voi Gesù chiede di incamminarvi col vostro bastone e di lasciare tutto quello che "pesa", cioè tutto quello che a volte vi fa dimenticare Dio: ad esempio le vostre troppe comodità, i vostri tanti giochi, le vostre sicurezze materiali, e ancora... l'egoismo, la pigrizia, l'arrivismo, ecc. ecc. ecc. Non potete camminare spediti se vi portate tutti questi bagagli ingombranti! Non servono... anzi, impediscono la vostra conversione ed anche quella degli altri. E così, liberi da tutto ciò che è "di più" o anche da ciò che è "male", Gesù vi chiede di andare. Non in giro per il mondo... semplicemente fuori dalla porta di casa, dai vostri vicini, dai nonni, dagli amici... e continuate voi l'elenco. E' nella vita di ogni giorno, infatti, che dovete essere missionari di Gesù! Certo che le difficoltà ci saranno. E' normale. Anche per il mio gruppetto (due apostoli e due bastoni), ci sono state difficoltà di vari tipi. Ad esempio, abbiamo trovato delle persone che non ci hanno accolto e non ci hanno nemmeno ascoltato... ma non ci siamo arrabbiati! Come ci ha detto Gesù prima di partire, non ci siamo fatti scoraggiare dal rifiuto, ce lo siamo "scrollato di dosso", ce lo siamo dimenticato, certi che ogni testimonianza di amore prima o poi porta frutto. E così... pronti, partenza e via! Partivamo per altri luoghi con impegno e con coraggio, nella certezza che, con Gesù in mezzo, avremmo potuto fare grandi cose. Così è stato. Il seme del Vangelo è cresciuto, si è moltiplicato in tutto il mondo ed ha dato tanti e tanti frutti! E pensare che questo viaggio è iniziato solamente con dodici amici, ognuno con un bastone uguale a me! Volete iniziare anche voi questo viaggio assieme a Gesù? Allora... pronti, partenza e via! CIAO a tutti e BUON CAMMINO!". P.S. Ricordatevi di prendere il bastone!!! Commento a cura di Maria Teresa Visonà |