Omelia (22-07-2012) |
don Luciano Cantini |
Senza pastore Riposatevi un po' Marco ci regala uno spaccato della vita di Gesù con i suoi apostoli. Piccole cose come lo stare intorno a lui e raccontare i fatti degli ultimi giorni; devono aver faticato non poco perché Gesù li inviti ad un momento di riposo, in un luogo appartato. Marco con pochi tratti ci racconta il lato umano del Signore che perde tempo con i suoi amici, si fa raccontare le loro fatiche, quello che hanno fatto e quello che hanno insegnato, con loro fa un giro in barca alla ricerca di un luogo tranquillo, perché di tranquillità in quei giorni ne avevano avuto ben poca se l'evangelista si preoccupa di ricordare che non avevano neppure il tempo di mangiare. Questo racconto così umano ci fa intuire come sia difficoltoso per gli apostoli, proprio per la loro quotidianità con Gesù, riconoscerlo come Signore (Mt 16,17). Un po' come la nostra difficoltà di oggi di riconoscere il Signore Gesù nella pienezza della umanità. da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero La folla li ha preceduti... è una folla che cerca, percepisce in Gesù una novità che altrove non ha trovato. Non è facile sentir parlare di Dio e sentirsi allargare il cuore dal suo amore. L'uomo ha paura e cerca certezze anche nel rapporto con Dio, allora moltiplica le sovrastrutture, le leggi, i decreti le prescrizioni. I sacerdoti e gli scribi, gli anziani del popolo erano diventati burocrati della religione. Quante volte i Profeti li anno avvertiti (cfr. Ger 23,1s) perché non disperdessero la fede di quegli uomini. Il parlare di Gesù era semplice e schietto, non aveva riferimenti in scuole o rabbini se non in se stesso e nel Padre suo. Il suo amore è l'unico vero assoluto. Gli uomini inventano religioni ed il bisogno di sicurezza degli uni incontra io desiderio di potere degli altri. Gesù è venuto per abolire tutto questo (Ef 2, 13-18). «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato» (Mc 2,27) aveva detto Gesù, ed il farsi dominare da decreti e prescrizioni è ancora dei nostri giorni e in questa nostra Chiesa. ebbe compassione di loro Al veder la volontà di ricerca della folla, il bisogno di scoprire l'amore di Dio, la sete di una fede liberante, Gesù si muove a compassione, non è semplicemente un sentimento di pena, ma un moto interiore, viscerale di condivisione della stessa difficoltà: erano come pecore senza pastore. Eppure non mancavo nulla: nel tempio il culto era quotidiano, nella sinagoghe si insegnava la Scrittura, il Sinedrio reggeva Gerusalemme, tutto era ben organizzato e sistematizzato. Allora come oggi la religione aveva le sue strutture e organigrammi, ma non basta, o forse era già troppo. Gesù si mette semplicemente a insegnare loro molte cose. Facciamo calare quelle parole e lasciamoci convertire. |