Omelia (29-02-2004)
don Mario Campisi
L'esemplarità di un cammino

Tutti gli anni, all'inizio della Quaresima, la liturgia propone il racconto delle tentazioni di Gesù. Sempre la Quaresima è stata proposta dalla chiesa come un cammino del cristiano verso la Pasqua di Cristo. A partire da oggi le letture bibliche, ed il loro messaggio variamente articolato, sviluppano il tema di un itinerario di fede. Esso è sollecitato dalla "domanda" divina di compiere una scelta, di prendere una "decisione", dando così a Dio la nostra risposta cristiana.
Nella "colletta" della Messa di oggi si parla della Quaresima quale "segno sacramentale" della nostra "conversione", per chiedere a Dio non solo di "crescere nella conoscenza del mistero di Cristo", ma insieme di "testimoniarlo" nella propria condotta di vita.
Gesù nei suoi quaranta giorni di penitenza ripercorre simbolicamente l'intero cammino di Israele, dalla schiavitù in Egitto alla terra promessa, sperimentando le tentazioni del popolo eletto ed, in esso, quelle di ogni uomo. Una costante gravitazione appesantisce e tenta l'uomo: quella dell'immediato, quella della ricerca del consenso, quella del potere. Ma Gesù allarga gli orizzonti della visuale umana: "Non di solo pane vive l'uomo". Soltanto Dio è il Signore, non ogni essere che si può incontrare come il pane o il potere.
Ci troviamo qui di fronte ad una scelta decisiva dell'uomo: bisogna regolarsi su ciò che si tocca, che ha un effetto immediato, che si misura, che ha un largo consenso degli uomini, che dà la percezione del potere, oppure su ciò che si intravede, che sta oltre, anche se mi raggiunge là dove vivo?
Si tratta di una scelta che non riguarda un particolare dell'esistenza, ma l'intero suo orientamento, poiché riguarda Dio. Da questa scelta fondamentale scaturiscono poi i singoli atteggiamenti concreti ed i criteri valutativi dei vari atti. Convertirsi cristianamente significa fare queste scelte nella logica di Dio, che sta alla base dell'operare cristiano.
Una scelta che riguarda le persone singole e le comunità, i gruppi, i quali sempre si ritrovano ad un bivio: operare secondo una visione cristiana oppure secondo una visione mondana?
Ritorna, qui, la scelta valutativa ed operativa del primo uomo: ascoltare la parola di Dio per vivere oppure la parola del diavolo per affermare la propria libertà?
La Quaresima, quale "cammino" verso la Pasqua, ci pone in questa prima domenica il problema della scelta fondamentale che deve orientare l'intero corso della nostra vita.
Questo momento centrale dell'esistenza - la decisone, la scelta - prende intensità ed evidenza nel deserto, nel digiuno, là dove la privazione fa spesso più acuta la domanda sulla vita. Quante volte una malattia, un distacco, una prova, un dolore, una giornata di silenzio, di solitudine, ci hanno riproposto la domanda fondamentale sul senso della vita!
Non basta però porsi la domanda. Occorre darsi anche e soprattutto una risposta. E' lo Spirito che ci fa capaci di discernere e di operare secondo Dio, di riconoscere e di accogliere il primato della sua Parola. Noi però corriamo un pericolo costante: la dissociazione tra la domanda e la proposta, tra lo Spirito e la Parola. In questa condizione di separazione restiamo spettatori e non attori della nostra esistenza. Una tentazione che spesso ci porta a rimandare le nostre decisioni. E' un cammino determinante quello che corre tra l'indecisione e la decisione, tra la domanda e la risposta. La vita di S. Agostino è un esempio eloquente: la sua conversione portò in sé come i germi di tutto il suo futuro cristiano.