Omelia (26-08-2012) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Giosuè 24, 1-2a 15-17 18b; Efesini. 5, 21-32; Giovanni 6,60-69 VOLETE ANDARVENE ANCHE VOI? SIGNORE, DA CHI ANDREMO? Su questa domanda e risposta si impernia un po' tutta disperata incertezza umana dell'oggi che è sempre di più preoccupato del "dove andare" che non "da chi andare". Prima di tutto però abbiamo una domanda quasi provocatoria: "Volete andarvene anche voi?" che ci interpella direttamente nella nostra libertà di decisione, nella nostra capacità di scelta...come dire è più facile seguire le luccicanti "sicurezze umane" che non seguire le difficoltà di credere e vivere per un mistero insolubile, ma affascinante e pieno di speranza per una promessa di vivere eternamente una realtà divina compensativa della provvisorietà umana. Insomma la domanda di Cristo ci pone ogni giorno la sfida della Fede, della Fiducia, del Credere, contro ogni ragionevolezza umana, in Cristo, che ogni giorno si fa carne e sangue per essere umano tra gli umani ma con la potenza del suo Spirito di Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo ci indica la strada maestra per la salvezza eterna di ognuno di noi. E' un messaggio per ognuno di noi, per la Famiglia, per la Chiesa stessa che non può e non deve attenuare la rivelazione, il messaggio evangelico, i doni sacramentali, la sua professione di fede, per le difficoltà e ostilità che ha incontrato, incontra e incontrerà nella sua millenaria esistenza. E' sua missione custodire, difendere, trasmettere integro quello che ha ricevuto da Cristo, suo Signore e suo Dio. E per noi Famiglia? E' un po' come applicare il nostro "vedere, giudicare, agire" nella quotidianità personale e familiare. Ogni giorno siamo chiamati a fare scelte tra il soddisfare le nostre personali esigenze e quelle di chi vive e convive e condivide con noi la vita, vuoi figli, vuoi marito/moglie, vuoi tutti coloro che in qualche modo interagiscono con il mio io. E' tutta una questione di crederci. Credere che l'annullare il mio egoistico io (ma non la mia persona) è dono d'amore per l'altro per crescere insieme, è sensibilità e attenzione all'io dell'altro per diventare un noi in cui, pur con difficoltà e incongruenze e difetti, si spezza il pane della Vita e si beve allo stessa Parola per rispondere insieme: "Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di Vita eterna!" Domande - Il mio Credo come individuo è un credo convinto, che sa fidarsi di Lui e della sua Parola? - Il mio spezzare il pane in Famiglia e come Famiglia mi impegna a realizzare piccoli gesti di condivisione e d'amore anche quando questi costano rinunce e incomprensioni? - Quanto come CPM il vedere, agire e giudicare sono realizzati per condividere le proprie esperienze di vita scevre da ogni relativismo impersonale? CPM Pisa |