Omelia (19-08-2012)
Giovani Missioitalia
Il pane vivo disceso dal cielo

In queste ultime tre domeniche la liturgia ci sta proponendo la lettura del capitolo 6 del Vangelo di Giovanni che fa riflettere in particolar modo sull'Eucarestia.
vv 51 "Io sono il pane vivo disceso dal cielo"
Vivendo in Brasile ci si rende presto conto che parlare del pane indicandolo come un cibo insostituibile può suonare piuttosto strano, per non dire quasi bizzarro: per i brasiliani dello stato del Maranhão, infatti, il pane non è che uno dei cibi che si possono mangiare al momento della colazione (café da manhã). Sarebbe più appropriato, forse, parlare del riso (arroz) che non può mancare in nessuno dei pasti principali: ricordiamo sempre che il modo di parlare e vivere la fede ed il Vangelo hanno bisogno di attenzione, rispetto e di essere contestualizzati!
Continua nel testo il riferimento all'esperienza del deserto: ma ora c'è la novità di un alimento vivo, che non si dissolve come la manna, che ci ricordava la precarietà e l'attesa di una rivelazione più completa.
vv 52 " i giudei allora discutevano tra di loro"
L'approccio di Giovanni è sempre originale rispetto agli altri evangelisti e a volte usa termini ed espressioni difficili. Questo brano, però, non è solo complesso: sembra quasi crudo e fin troppo realistico. Come i giudei, infatti, anche noi possiamo ritrovarci a reagire con discussioni solo tra di noi senza riuscire a confrontarsi con Gesù e la sua Parola!
Gesù in questo discorso è molto concreto e cerca di mostrarci il cammino da percorrere per essere veramente parte della Sua carne e della Sua esistenza.
vv 53-58
Gesù con autorità spiega, a noi e ai giudei, che è Lui il fondamento della nostra vita: vero cibo e vera bevanda. La Sua parola e l'Eucarestia sono ciò che ci tiene in vita sulle strade del mondo e ciò che ci dà vita per l'eternità.
Non si tratta solo di dar risposta ad un bisogno di cibo ma una risposta al senso della vita che incontriamo nel dono. Gesù si dona a noi totalmente: carne e sangue, nell'incarnazione e nella morte, e ci mostra che anche noi possiamo, accogliendo il suo dono e donandoci agli altri, far parte di questo legame con Lui e con il Padre. La partecipazione dell'Eucarestia infatti, non è fine a sé stessa, ci deve aprire all'incontro con Dio e con l'altro.
Occorre uscire dai nostri schemi fissi e dalle nostre paure e lasciarci trasformare da questa partecipazione alla vita divina sia nelle nostre azioni quotidiane sia nella nostra fede.
Infine, la gratuità: nelle parole di Gesù non ci sono condizioni su come dobbiamo essere, su cosa dobbiamo fare, semplicemente basta voler ricevere questo dono, "chi si ciba della mia carne, chi beve del mio sangue rimane in me ed io in lui [...]anch'egli vivrà grazie a me".



Il commento al Vangelo di Giovanni 6,51-59 è stato realizzato da Carolina Almari, dell'Equipe Missionaria Fidei Donum di São Luis, Maranhão, Brasile