Omelia (19-08-2012) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Proverbi 9,1-6; Salmo 33; Efesìni 5,15-20; Giovanni 6,51-58 In queste domeniche ritorna più volte il tema del cibo: mangiare e bere sono attività fondamentali per gli esseri viventi e per l'uomo in particolare; a tutto si può rinunciare tranne che al cibo, che consente di mantenersi in vita. L'uomo, a differenza delle altre creature, ha saputo trasformare questa attività necessaria in uno stimolo di crescita e di evoluzione. Gesù lo sapeva bene ed è per questo motivo che utilizza l'immagine del cibo per descrivere un'altra attitudine esclusiva dell'uomo: la ricerca di un cibo che non nutra solo il corpo ma anche l'anima e che consenta di superare il limite che ogni cibo ha, quello di non essere in grado di garantire cioè la vita per sempre. Il cibo che Gesù offre -se stesso - dà l'opportunità all'uomo di far diventare il divino parte di sé, nello stesso modo in cui il cibo assimilato diventa parte di noi stessi. Questo cibo entra in noi e ci trasforma: il desiderio di rimanere in lui e lui in noi alimenta la nostra ricerca di Dio e di ciò che realmente dà la possibilità di vivere in eterno. Paolo, inoltre, ci avverte che esistono differenti tipi di alimenti: quelli buoni che nutrono e quelli che sembrano nutrire ma lasciano smarriti e privi del controllo di sé. La vita dell'uomo deve quindi essere spesa nella giusta ricerca di ciò che vale e non di ciò che soddisfa per breve tempo, fidandosi del Signore. La fiducia nel Signore è l'invito che risuona nella prima lettura: anche chi non comprende si lasci tentare dal mangiare e bere quanto è stato preparato per lui, certo di non cadere in un inganno ma di partecipare di un dono grandissimo. Nelle nostre coppie di sposi il cibo che dura per sempre è l'amore che lega la coppia e che ogni giorno gli sposi cercano l'uno dall'altra e desiderano ricevere reciprocamente. Il falso cibo che non sazia è invece quello da cui Paolo ammonisce di stare lontani: l'infatuazione, la ricerca della soddisfazione effimera sono nemici del vero nutrimento. Da ultimo, come cristiani e come sposi, dovremmo cogliere l'invito di Paolo: rendere continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo. Per la riflessione personale e di coppia: - Sappiamo distinguere e scegliere, andando"diritti per la via dell'intelligenza", ciò che veramente ci nutre e ci dà soddisfazione? - Quanto ricerchiamo l'incontro con il Signore, attraverso l'Eucarestia? - Come possiamo trasmettere ai giovani e alle giovani coppie il desiderio del vero cibo che nutre? |