Omelia (15-08-2012) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Dio munifico fino in fondo Se la Bibbia è davvero Parola di Dio e non parola d'uomo, essa lo è in senso pieno e profondo. Ciò significa che se è Dio che ci parla nel testo per realizzare la comunione con noi, seppure fa sempre in modo che noi accogliamo il suo messaggio con facilità, non tutto ciò che egli ci dice è immediatamente riscontabile alla lettera. Vi sono dei contenuti nella Bibbia che traspaiono esplicitamente, ma ve ne sono altri solamente impliciti e ravvisabili solo dopo un'analisi profonda e articolata. Ripetiamo che questo è legittimo e attendibile se si tratta della Parola di Dio: Egli è sempre un Mistero e in quanto tale deve avere le sue riserve di diritto. Nella Chiesa cattolica essa va poi interpretata anche con l'aiuto della Tradizione, che è l'insieme del patrimonio di dottrine, insegnamenti, usanze e verità rivelate che ci sono state tramandate della forma non scritta (orale) dagli apostoli fino ai nostri giorni. La Tradizione (tramandare, trado) ci comunica infatti la verità e la vita della Chiesa sin dalle sue origini, rivelandoci quello che la Bibbia non ci ha potuto descrivere direttamente e pertanto accanto alla Scrittura è anch'essa fonte di apprendimento della rivelazione di Dio. . Il solo uso della Scrittura, sia pure necessario e irrinunciabile, è insufficiente per la formulazione delle verità in cui credere. Questo spiega perché la Chiesa professa Maria SS. Assunta, elevata al cielo in anima e corpo mentre la Bibbia esplicitamente tace su questo argomento: è vero che il testo sacro non riporta alcun riferimento diretto sull'episodio in questione, è vero che il Nuovo Testamento non ci riferisce modalità né tempi in cui esso si è realizzato, ma ciò non pregiudica il fatto che esso sia veritiero, appunto perché la Bibbia, come parola del Signore va interpretata in profondità e con maggiore attenzione rispetto a un qualsiasi testo letterale e ciò non senza l'apporto dei dati della Tradizione che su questo assunto sono molto abbondanti ed espliciti. Nella lettura attenta della Bibbia si riscontra infatti che il corpo mortale di Maria non poteva essere sottoposto al disfacimento e alla putrefazione come avviene al cadavere di qualsiasi altro mortale, perché se così fosse avvenuto, Dio non sarebbe stato davvero il Signore dell'amore e della misericordia. O almeno, non sarebbe un Dio munifico nel modo più appropriato e proporzionato. Quale ricompensa infatti il Signore poteva concedere a Maria, lei che aveva rinunciato alla spensieratezza giovanile tipica delle fanciulle per diventare la Madre del Signore, se non quella che anche il suo corpo venisse poi preservato dalla corruzione? Come poteva Dio lasciare che venisse corroso dai vermi il cadavere di Colei che lo aveva ospitato nel mistero dell'Incarnazione? Non sarebbe stato forse irriverente da parte del Signore abbandonare alla terra il corpo di Colei che espressamente è definita sua Madre nel vangelo di Luca (Lc 1, 48)? Non sarebbe un Dio pienamente riconoscente e amoroso un Dio che intervenisse a favore dell'uomo solamente a metà. Del resto, episodi che descrivono l'elevazione al cielo da parte di Dio di persone anche in vita, come nel caso di Elia portato in cielo su un carro di fuoco, nella Scrittura ve ne sono; ebbene, se profeti e uomini comuni vengono sottratti alla nostra esperienza tattica per guadagnare immediatamente il Cielo, come poteva non avere questo privilegio Colei che era stata la Madre del Signore? Maria è sempre stata associata poi al suo Figlio nella lotta per la salvezza dell'uomo, ha condiviso con lui ogni cosa pur essendo stata anch'essa sua discepola, ha seguito il suo Figlio fin sulla croce, insomma è sempre stata associata a lui; era ben giusto che guadagnasse gli stessi meriti di ricompensa del Cristo suo Figlio. E così è stata portata al cielo, elevata, sottratta alla vista sensoriale degli uomini e introdotta nella gloria, secondo quanto affermano alcune testimonianze antiche mentre ella stava dormendo nel suo lettuccio e gli apostoli si stringevano in preghiera tutt'intorno a lei (Dormitio Mariae). Questo raccontano alcuni dati della Tradizione commentati poi da Padri teologi come Epifanio di Salamina e Germano di Costantinopoli, quest'ultimo il più attendibile e accreditato. Non solamente l'anima, ma anche il corpo di Maria è stato elevato alla dignità celeste. Non perché Maria fosse una donna naturalmente eccezionale rispetto alle altre, non perché avesse delle facoltà o dei privilegi straordinari rispetto ai comuni mortali, ma perché non poteva conoscere corruzione né senescienza il corpo di colei che aveva ospitato il Figlio di Dio mentre si incarnava, apportando così il notevole contributo all'opera divina di salvezza. L'episodio dell'Assunzione, avallato dal Dogma del papa Pio XII nel 1950, ci ragguaglia quindi di un Dio Amore infinito e di una Misericordia senza confronti che viene riversata a quanti gli sono fedeli nella misura della loro perseveranza. Anche noi guardando a Maria siamo incoraggiati a persistere nella prova, nel dolore, nelle sofferenze, animati dalla certezza che Dio non ci lascerà senza il dovuto premio e non ci priverà mai della sua assistenza e della sua continua amicizia. Siamo quindi incoraggiati nella perseveranza nel bene e a non desistere nel perseguimento dei nostri fini, degli ideali e dei sani obiettivi che ci siamo prefissi, anche quando questi comportino la sfida dell'abbandono e della sfiducia: chi persiste fino alla fine sarà salvato (Mt 10, 22). Ancora una volta Maria ci è di esempio e di sprone con la sua presenza che ci si da nel titolo privilegiato di Assunta e la sua intercessione nei nostri riguardi diventa sempre più incontrovertibile e noi da questa onnipotenza di grazia siamo sostenuti e spronati verso il bene. Ma in Maria vi è soprattutto il protagonismo indiscusso di Dio, che nella semplicità di questa fanciulla dimostra la sua onnipotenza e la sua gloria, che si manifestano nella forma dell'amore e della misericordia nei nostri confronti. |