Omelia (19-08-2012) |
don Luigi Trapelli |
Gesù, vero cibo e vera bevanda Il brano di questa domenica inizia dove avevamo finito domenica scorsa, ossia con l'invito di Gesù di guardare non solo a Lui pane di immortalità, ma di mangiare la sua carne per la vita eterna. Gesù ci invita a vivere la nostra esistenza seguendo il suo stile, donando la vita fino a morire sulla croce. I giudei non capiscono il suo messaggio: come può una persona salvarci con il dono della sua vita, invitando a mangiare la propria carne? Gesù di nuovo insiste e ribadisce che la sua carne mangiata possiede la vita in pienezza e offre la vita eterna fin d' ora. Chi mangia la sua carne e beve i suo sangue dimora in Lui, ossia possiede la vita divina. Il rapporto del Figlio con il Padre è quello che i discepoli hanno con Gesù e di conseguenza con Dio Padre. Mangiare la Sua carne e bere il Suo Sangue ci fa entrare nella realtà divina. Il riferimento all'Eucarestia è molto evidente. La Santa Messa si divide nelle due parti: la liturgia della Parola e la liturgia Eucaristica. Il momento culminante è quando ci accostiamo alla comunione, ossia ci cibiamo di Gesù. Alcune persone fanno fatica a vivere questa forte esperienza, altre non possono per problemi oggettivi, però lo scopo di ogni Santa Messa è quello di cibarci di Gesù. Ovviamente puntando ad una confessione periodica per celebrare con dignità questo sacramento. Partecipare a questo banchetto significa capire che il momento fondamentale è quando si mangia il Corpo del Cristo Signore. Gesù ci invita a cibarci spesso, perché ogni domenica possa diventare l'occasione per gustare il pane che dona la vita eterna. Cibandoci di Gesù, noi siamo impegnati ad essere come Lui. Significa vivere la vita nello stile della comunione e della fraternità. E' vivere con gioia e ottimismo la nostra esistenza. Per questo, anche nelle apparenti sconfitte, il cristiano valuta la realtà con l'occhio della fede e rende grazie al Signore per il cammino che svolge. Banchettare è accogliere le persone per quelle che sono, rispettando i ritmi di cammino diversi rispetto ai nostri. E' capire che, davanti a Gesù, siamo tutti uguali ricchi e poveri, chi è più intelligente e chi ha meno cultura. Signore, dacci la forza di mangiare questo pane, questo Corpo di Gesù donato a noi sulla croce, per avere la vita eterna fin d'ora, anche in mezzo alle fatiche e alle difficoltà della vita. |