Omelia (26-08-2012)
Wilma Chasseur
Il grande dilemma

Quanto era difficile capire il linguaggio di Gesù. "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?" Ma non solo quello! Lo stesso atteggiamento del Signore spesso si rivelava incomprensibile ai propri discepoli e famigliari. A Nazareth per esempio, non lo accolsero e non credettero in Lui. Quel bravo giovane "tutto casa e sinagoga", ad un certo punto lascia casa e sinagoga, parte e va in giro a predicare; chissà che cosa s'è messo in testa... pensano i suoi. E infatti ad un certo punto vanno a prenderlo per riportarlo a casa, pensando che abbia perso la tramontana ....
L'irruzione di Dio nel quotidiano crea sempre dei problemi. Dover scalfire quella quotidianità dimostrando che Egli è nientemeno che il Figlio di Dio mandato a salvare il mondo, è qualcosa che cozza contro la mentalità dominante: quella ebraica, ma anche quella di duemila anni dopo... Ed è un punto di capitale importanza su cui l'uomo deve pronunciarsi ed esercitare la sua libertà.



  • Vogliamo o non vogliamo?


Il tema della libertà lo troviamo anche nella prima lettura. "Giosuè disse a tutto il popolo: "Se vi dispiace di servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire". Scegliete oggi! Cioè decidetevi! Invito ineludibile a prendere posizione: o il Signore, o gli dei degli Amorrei. "Quanto a me e alla mia casa -dice Giosuè- vogliamo servire il Signore". Vogliamo! Dobbiamo esercitare questa facoltà volitiva che abbiamo: dobbiamo dire spesso "voglio" e non "non ho voglia" come si sente spesso dire dai nostri ragazzi... Questo "vogliamo" di Giosuè ha scatenato anche la buona volontà del suo popolo che disse: "Lungi da noi l'abbandonare il Signore per servire altri dei". Ma perché prendono questa decisione? Perché "il Signore nostro Dio ha fatto uscire noi e i padri nostri dal paese d'Egitto, dalla condizione servile, ha compiuto quei grandi miracoli e ci ha protetti per tutto il viaggio". Ecco il motivo: il ricordo dei benefici ricevuti dal Signore. E' molto importante anche per noi "fare memoria": ricordarci i benefici ricevuti dal Signore. Sono tanti: occorre riportarli alla memoria, quando magari ci sentiamo abbandonati da Lui. Questo stimola anche la gratitudine e ci fa scoprire sempre nuovi benefici ricevuti ogni giorno.



  • Da chi andremo?


Nel Vangelo questo concetto di libertà torna fuori alla grande e mette i discepoli davanti a un'alternativa: andarsene o restare. "Forse volete andarvene anche voi?" Gli rispose Simon Pietro: "Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna". Anche Pietro fa memoria delle parole di vita eterna udite da Gesù. E da Lui solo! Nessun altro dice quelle parole di vita eterna che colmano la sete d'infinito dell'uomo di tutti i tempi.
Questo dilemma dobbiamo risolverlo anche noi: da chi vogliamo andare? Scegliamo il Signore o altri signori che diventeranno i nostri tiranni? A volte l'ostacolo è dentro di noi: dobbiamo scegliere la sua volontà, ma siamo attirati da tutt'altro. La vera libertà è quella dello spirito, non quella della carne. La libertà di spirito è fare la volontà di Dio, mentre quella della carne è fare la propria: è seguire l'istintività; è fare ciò che pare e piace e così uno si illude di essere libero. L'istinto deve obbedire alla ragione non il contrario. E la ragione dev'essere sottomessa alla volontà di Dio, non il contrario!
Il Signore poi dice anche a noi: "Volete andarvene anche voi?" Ecco il momento in cui ricordare tutte le parole di vita eterna udite da Lui e fare memoria di tutte le grazie ricevute, per poter rispondere come Pietro: "Da chi andremo Signore, tu solo hai parole di vita eterna".