Omelia (19-08-2012)
Riccardo Ripoli
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui.

Ognuno di noi è un concentrato delle idee, dei valori, degli insegnamenti ricevuti da più parti nel corso della nostra esistenza, più o meno elaborati e riadattati al nostro quotidiano. Ci sono persone che per il loro carisma, per i valori che propongono, per l'oggettività delle loro asserzioni ci colpiscono nell'anima più di altre. Ci sono fatti o circostanze in cui tali dottrine si fissano nella nostra mente e nel cuore in maniera indelebile.
Per quanto mi riguarda ho sempre ascoltato ciò che mia madre mi insegnava, pur ribellandomi, ma era una forma di ragionamento per voler capire al meglio quello che mi diceva, non erano imposizioni da parte sua, ma ragionamenti che mi avrebbero portato a capire ed interiorizzare le sue parole. Il suo grande amore per me mi portava all'ascolto anche quando ero arrabbiato o al culmine della ribellione. Quando poi è morta tante cose sono tornate alla mente e sono divenute capisaldi nella mia crescita e nella mia vita di tutti i giorni, tanto da riproporli alle persone che incontro ne mio quotidiano con forza e veemenza avendole fatte mie.
E' in questi termini che si può capire come si possa "mangiare la carne e bere il sangue", entrare nell'animo di una persona e far sì che essa entri dentro di te.
Gesù fa di più, ci da un segno tangibile
In modo che noi uomini si possa toccare con mano, consapevole della nostra grande incredulità. E' morto per noi, ha dato la Sua vita affinché i Suoi insegnamenti possano restare per sempre in noi. Ci ha fatto il dono dell'Eucarestia con la quale ogni giorno, oppure ogni settimana possiamo ricordarci del Suo sacrificio.
Se non credete in Dio, se non credete nell'Eucarestia, almeno credete a ciò che vedete: la bellezza degli insegnamenti contenuti nel Vangelo, fateli vostri, riportateli ai vostri figli e alle persone che incontrate. La dottrina e la morale cristiane sono pur sempre una filosofia che insegna l'amore, il perdono, la solidarietà, valori che renderebbero migliore questo nostro mondo.
Ogni sera parlo con i miei ragazzi partendo dalla frase legata al Vangelo del giorno. Ci sono argomenti che li appassionano di più e dopo tre ore siamo sempre lì a dibattere, altri che non conoscono o non capiscono e mi sforzo di stimolarli alla discussione. E' uno scambio bellissimo di idee, di ribellioni, di richiesta di perdono, di presa di coscienza dei propri limiti attuali, di affetto ed amore. Ogni momento della giornata, ma soprattutto in questo dialogo serale, c'è uno scambio reciproco così intenso che è come mangiare una parte dell'altro, digerirla e far si che diventi parte integrante e indissolubile di noi.