Omelia (15-08-2012)
Riccardo Ripoli
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna

Quando Maria era in attesa di Gesù seppe che anche sua cugina Elisabetta stava aspettando un figlio e non ci pensò due volte nell'affrontare un lungo viaggio per andare ad aiutarla. Il Signore aveva scelto una donna semplice e, nonostante il grande dono ricevuto da Dio, non si montò la testa e pensò subito ad aiutare chi aveva bisogno di lei.
Semplicità, umiltà sono doti che fanno grande una persona.
Fino al giorno in cui morì mia madre non avevo molto il culto della Madonna, dicevo l'Ave Maria perché me l'avevano insegnata, ma non ci riflettevo molto. Quando ebbi l'incontro con Don Luigi, dal quale nacque in me l'idea dell'Associazione, cominciai ad avvicinarmi sempre più alla figura della Madre di Dio, complice questo grande sacerdote che era innamorato della figura di Maria, tanto da dedicarLe la sua vita nel Santuario Mariano di Montenero, alle porte di Livorno.
Parlava spesso di sua madre quando doveva parlare della Madonna e questo accostamento pian piano ha fatto breccia nel mio cuore. Senza accorgermene ho cominciato anche io ad accostare Maria alla mia mamma, ad affidarmi a Lei come fa un figlio quando vuole ottenere qualcosa e prima di domandarla "ufficialmente" chiede consiglio e aiuto per l'intermediazione alla mamma.
Così fanno i miei ragazzi. Quando devono chiedere qualcosa prima tastano il terreno con Roberta che sanno essere più malleabile di me per certi argomenti, ed in certi casi chiedono che sia lei a introdurre l'argomento mettendolo in tavola, oppure è sempre Roberta che indica loro quando sia il momento migliore per avanzare una certa richiesta.
Le mamme insegnano ai figli a comportarsi, la furbizia legata all'amore e al rispetto, la tenacia e la perseveranza.
Don Luigi diceva sempre che la sua mamma lo chiamava "Saporito mio" e mentre ne parlava esprimeva una dolcezza particolare, come se in quel momento tornasse ad essere bambino tra le braccia di colei che gli aveva donato molto più della vita.
Questa dolcezza la provo ogni volta che mi rivolgo alla Madre Celeste, quando mi affido alle Sue braccia perché stanco, sconsolato, triste, così come facevo con la mia mamma quando era fisicamente vicino a me.
Nel mio immaginario mia madre è sempre rimasta giovane, morta a 47 anni, lei che aveva paura di invecchiare, mi è vicina con i suoi insegnamenti, con il ricordo delle sue carezze. La ritrovo nei piccoli gesti di quotidianità, nelle esperienze di vita, nelle parole che dico ai miei ragazzi.
L'amore per la Madonna rinforza questo legame perché è come se fosse una continuazione di quella bellissima esperienza terrena, è come se fosse mia mamma ancora in vita, vicino a me. Pregare la Madonna, confidarLe le mie pene, rivolgermi a Lei quando trascorro notti insonni preso da mille pensieri mi rasserena e mi dona speranza. Lei che con grande umiltà ha affrontato la pena della morte di un Figlio, Lei che si era messa in ombra per lasciare a Gesù lo spazio che gli serviva per compiere la Sua missione, Lei che da sempre ha portato dentro sé una spada che Le avrebbe poi trafitto il cuore.
La mamma di Gesù è la Mamma di tutti noi, guardare a Lei significa avere qualcuno che interceda per noi presso Dio, così come accadde alle nozze di Cana.
Un salesiano una volta fece un sogno, raccontò Don Luigi in una sua predica, nel quale lui e tutti i suoi confratelli cercavano di salire una scala che portava direttamente a Dio, ma inesorabilmente scivolavano a terra prima di essere riusciti a salire in alto. Il salesiano allora scorse poco distante Maria che faceva cenno di salire da un'altra scala che portava direttamente a lei. Egli prese a salire e arrivò dalla Madonna che gli indicò la strada per arrivare da Gesù.
Ispiriamoci alla figura di Maria per la nostra vita, cerchiamo la semplicità e l'umiltà in ogni nostro gesto senza farci prendere dalla superbia per un risultato raggiunto, rivolgiamoci a Lei per arrivare a Dio: quale figlio pieno di amore per sua madre rifiuterà una richiesta che provenga da lei?