Omelia (18-08-2012) |
Riccardo Ripoli |
Lasciate che i bambini vengano a me I discepoli di Gesù scacciavano i bambini che andavano da Lui per evitare che con la loro esuberanza, con giochi e gridolini lo disturbassero. Ma Gesù li rimprovera bonariamente desiderando la loro presenza. Ho da sempre avuto un buon feeling con i bambini anche prima di fondare l'Associazione, ma da quando ho cominciato a vivere con loro ho capito che nella loro semplicità c'è tutta l'essenza di Dio. In molti ci dicono "bravi che vi occupate di loro", ma non capiscono che siamo noi a guadagnarci, a gioire della loro presenza, ad imparare da loro il perdono, la gioia di vivere, la semplicità, la purezza. Anche nelle loro piccole liti sanno fare pace con amore e senza alcun risentimento, ascoltano i nostri insegnamenti e ne fanno tesoro. Nel Vangelo di ieri il Signore diceva che gli angeli dei bambini vedono sempre la faccia di Dio, sono pertanto il nostro filo conduttore per giungere a Lui, per avere Cristo sempre accanto a noi. Mi fanno pena quelle persone che pur potendo accogliere un bambino nella propria casa, rifiutano per paura di soffrire, per egoismo, per non volere seccature con la famiglia di origine o con i servizi sociali. Si, mi fanno pena perché i loro pregiudizi, il desiderio di libertà, la paura di lottare per salvare una vita impediscono loro la possibilità di vivere con Dio, di accudire i Suoi figli, di contraccambiare in minima parte tutto il bene che il Signore ha fatto loro. Mi fanno pena perché si privano di gioie infinite che si ripetono ogni giorno. L'affidamento non è certo tutto rose e fiori, ma quale scelta di vita lo è? In ogni rapporto, in ogni famiglia, con i propri figli o genitori ci sono spesso problemi da risolvere, ma non per questo non prendiamo una strada, non per questo non mettiamo al mondo figli o cerchiamo il compagno ideale. Privarsi della gioia di accogliere un bambino in casa significa rinunciare a Dio, vuol dire gettare alle ortiche la possibilità di imparare, di vedere il mondo da un'altra angolazione, con maggior semplicità, con l'umiltà di chi ha solo da imparare dalla vita e dagli altri. Purtroppo ci sono tante persone che non solo non prendono in affido un bambino, pur potendo, ma addirittura osteggiano e criticano pesantemente chi si dedica a loro, come forse facevano i discepoli prima che il Signore li rimproverasse. Questi fanno un danno prima di tutto ai bambini, poi alla società perché impediscono che talune famiglie possano conoscere ed arrivare all'affido. Si pensi ai comuni che sono obbligati per legge a promuovere l'affido, ditemi voi se nel vostro comune avete mai visto una campagna promozionale a favore dell'accoglienza dei minori. Qualche comune che crede in questo tipo di aiuto c'è, ma purtroppo la maggior parte di essi guarda al lato economico e a quello politico. Da una parte infatti l'affido familiare ha un costo, e dall'altra non procura voti o addirittura li fa perdere. Se non potete o non ve la sentite di accogliere un bambino, di lasciare che i bambini vengano a voi, almeno cercate di sollecitare i vostri comuni a promuovere l'affido, andate con legge alla mano a chiedere spiegazioni per questa grave negligenza, sollecitate i politici locali a prendersi le proprie responsabilità. Se non lo fate voi che li avete votati, chi potrebbe stimolarli? Vedo che quando si crede in qualcosa la mobilitazione è forte, forse che i bambini valgono meno degli animali per i quali si mobilitano in moltissimi? O vale meno di un'autostrada o di una tassa da pagare? |