Omelia (02-09-2012) |
Marco Pedron |
Tutto è puro per i puri Il vangelo inizia dicendo: "Allora si riunirono" (Mc 7,1). Cosa succede? Dovunque Gesù va la gente cerca di toccargli almeno la frangia del mantello e quanti lo toccano guariscono (versetto precedente a questo; Mc 6,56). Il messaggio di Gesù fa vivere: chi lo ascolta e vive le sue parole, cambia vita e torna a vivere. Non c'è più niente da fare, le autorità possono scomunicarlo, possono maledirlo, possono dire di lui che è un indemoniato, che ha un diavolo, che è un Beelzebul, ma non c'è niente da fare. Chi era cieco e tornava a vedere o chi era morto (dentro) e tornava a vivere o chi era senza dignità e tornava ad averla diceva: "Potete dirmi quello che volete su di lui, ma io so chi è". E' per questo che scatta l'allarme delle autorità. La maldicenza, lo screditare, ora non basta più. Allora si riunirono farisei e scribi venuti da Gerusalemme (Mc 7,2). Si riunirono è sinago, da cui sinagoga. E' una riunione religiosa! Gesù è pericoloso: non è più un problema di una sola regione, la Galilea, ma la sua fama si diffonde. E' per questo che vengono da Gerusalemme, dal centro dell'autorità religiosa. Era già successo che erano venuti da Gerusalemme (Mc 3,22). Cosa capitava? Gesù guariva: ora non potevano dire che non era vero. Così dicono: "Sì, Gesù vi libera perché viene da Beelzebul". Chi era questo Beelzebul? Non era il diavolo come noi crediamo. Era un Dio filisteo che guariva dalle malattie. E poiché molti andavano in questo tempio per chiedere la guarigione, i farisei modificarono il concetto dicendo che questo Dio non guariva ma infettava le persone. Allora gli dicono: "Gesù vi libera sì, ma per infettarvi". E' che la gente diceva: "Chi sia bene Gesù non lo sappiamo, ma il suo "virus" ci fa vivere e ci libera. Ben venga questa malattia che si chiama "vita"!". Adesso tornano una seconda volta perché Gesù, secondo loro, ha commesso qualcosa di gravissimo. Ci si aspetta, quindi, visto che vengono direttamente da Gerusalemme, che sia una questione capitale. E invece? Invece la questione è ridicola: la cosa ha del comico o del tragico. Le questioni della religione a volte sono davvero ridicole: se ne accorgono tutti a parte i sottomessi alla religione. Ma non sarà mica un problema questo? Nel 1917 mentre scoppiava la rivoluzione russa, la Chiesa Ortodossa Russa era riunita in concilio e vi era un'appassionata discussione sul colore della cotta da indossare durante le funzioni liturgiche. Alcuni insistevano con veemenza che doveva essere bianca, altri purpurea. Qual è il problema? "Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano i pani (e non il cibo) con mani immonde, cioè non lavate" (Mc 7,2). I pani di cui parla Mc sono i pani del brano precedente: la moltiplicazione. Vengono per mettere in discussione la moltiplicazione dei pani. Che lì sia avvenuto un miracolo, che la gente torni a vivere, che la gente torni ad amare, a sperare, a lottare, che ritrovi la propria dignità, a questi religiosi non interessa niente. L'unico, stupido interesse, è se ciò che è accaduto è "secondo le regole religiose". Questa è cecità! Mc sa che il pubblico che ha davanti non conosce tutte le abitudini dei giudei e le spiega. "I farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito. Attenendosi alla tradizione degli antichi" (Mc 7,3). Ma nell'A.T. non c'è questo comandamento. E allora? I sacerdoti avevano delle particolari prescrizioni da osservare nella settimana in cui, una volta all'anno, erano al tempio. Cos'avevano fatto i farisei? Avevano imposto queste prescrizioni a tutti. La trasgressione prevedeva la pena di morte! Uno dei più grandi rabbini ebrei, Rabbì Achiba, incarcerato dai romani aveva preferito affrontare la morte piuttosto che trasgredire questo comandamento. Infatti la poca acqua che i romani gli passavano la utilizzò non per bere ma per compiere questi riti di purificazione: "E' meglio che io muoia da me stesso piuttosto che trasgredire il comando dei miei colleghi". E così fu! Il lavaggio non era un semplice lavaggio ma era un rituale ben preciso: l'acqua non poteva essere utilizzata per altri scopi; la quantità: ottantasei centilitri per ogni mano; il recipiente: doveva essere mosso dalla forza umana, avere il bordo superiore liscio, senza solco; l'acqua doveva essere versata dalla stessa persona (quindi non fontana o rubinetto). Ma uno che non è bacato, per lavarsi le mani va sotto una fontana: qui no, dev'essere versata dalle proprie mani. E poi: le dita devono essere scostate così che l'acqua passi in mezzo; per questo bisogna togliersi gli anelli e bisogna strofinare le mani, per pulirle meglio, prima di asciugarle. Ma uno che fa così è un ossessivo-compulsivo, è uno che ha dei "problemi seri". "E quando tornano dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni (abluzione=baptizein=battezzare=immergere)" Mc 7,4. La legge religiosa prevede che tutto sia lavato con l'acqua bollente. Ora questo è un gran lavoro. Allora, cosa si fa ancor oggi quando si avvicina la Pasqua (sono le nostre pulizie di Pasqua!)? Si va nella sinagoga, si compra un certificato di vendita delle stoviglie di casa (sono dei modelli prestampati; è tutta una finzione ovviamente!) e lo si da ad un non ebreo e poi passata la Pasqua me lo ricompro. E dopo questa digressione di spiegazione Mc riprende la questione: "Perché i tuoi discepoli..." (Mc 7,5). La questione è più profonda di ciò che sembra. Il fatto di fare tutti questi riti alla fine comportava che non tutti potevano arrivare a Dio. Solamente i puri, i purificati potevano accedere a Lui. Gesù, invece, "dà Dio" a tutti, mani pure o no. E questo non si può! E Gesù risponde: "Ipocriti, come ha profetato Isaia" (Mc 7,7). Ipocrita non ha il nostro valore morale. L'ipocrita era l'attore di teatro, che si presentava nelle esibizioni mai con il suo volto ma sempre con una maschera. Oggi diremmo: "Commedianti; finzione!". Passano per verità di Dio regole che loro hanno imposto e che Dio mai ha dato. Dicono: "Dio dice..." ma in verità è: "Noi comandiamo...". E' che se si scoprisse che è così, nessuno seguirebbe tali regole. E se noi tutt'oggi confrontiamo il vangelo di Gesù con alcune regole religiose dateci, troveremo, magari con grande sorpresa, che Gesù non ha mai dato regole passateci come provenienti da Lui. Nel testo manca un pezzo di vangelo (Mc 7,9-13) dove Gesù fa un esempio per mostrare l'abilità nell'eludere il comandamento di Dio (Mc 7,9). Mosè aveva dato il comandamento: "Onora il padre e la madre" (Es 20,12; Dt 5,16). Ma questo comandamento va capito: a quel tempo non esisteva la previdenza né le pensioni. Per cui i genitori vecchi erano a carico dei figli. "Onorare" allora voleva dire sostenere, mantenere, in maniera decorosa i propri genitori, cioè non lasciarli morire di fame e non lasciarli nella privazione. Ma se quello che tu dovresti dare ai tuoi genitori per mantenerli tu lo offri a Dio (dichiari Korban) allora non sei più tenuto a mantenere i tuoi genitori. Questa era una pratica diffusa. La legge religiosa diceva: "Se ciò che sottrai ai tuoi genitori lo dai al tempio, anche se muoiono di fame, tu sei a posto, santo, puro". Capite l'assurdità: quando un comando di Dio (o così passato) va contro l'uomo, non viene mai da Dio. Allora Gesù chiama la folla e dice: "Non è ciò che da fuori viene dentro che contamina l'uomo ma ciò che hai dentro che contamina fuori (fornicazioni, furti, ecc.)" (Mc 7,14-15.21-22). Nella Lettera a Tito San Paolo dice: "Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro perché sono contaminate la loro mente e la loro coscienza" (Tt 1,15). Più chiaro di così! Una cosa è pura o impura? Dipende! Nel vangelo donne equivoche baciano Gesù. Cattivo? Dipende! In quel caso era un gesto d'amore puro. Viceversa un amico di Gesù, Giuda, lo bacia. Buono? No, proprio per niente. Bacio di un traditore. Non il gesto ma l'intenzione, la motivazione vera, con cui lo fai che è decisiva. E' ciò che hai dentro che determina ciò che fai fuori. Due uomini sono di fronte ad una foresta. Il primo: "Quanti soldi con questa legna!". L'altro: "Che meraviglia!". Il mondo è puro o impuro? Sarà secondo il tuo cuore! Il mondo è infestato di demoni o di amore? Dipende dai tuoi occhi. Un aiuto ad una persona è puro o impuro? Dipende! Se glielo dai perché "è un incapace" o perché "ti fa pietà" è impuro. Se glielo dai perché senti che ne ha bisogno è puro. Una preghiera è pura o impura? Dipende! Se pregando ti senti migliore degli altri allora la tua preghiera è impura. Se preghi perché ne hai bisogno, allora, forse, è pura. Una comunicazione è pura o impura? Dipende! Se parli per avere ragione, per avere conferma delle tue idee, per vincere, allora è impura. Se parli per capire, per capire il punto di vista dell'altro, allora è pura. Un atto sessuale è puro o impuro? Dipende! Se lo fai pensando ad un altro, a prima, a dopo, o perché "tocca", forse, è impuro. Se lo fai presente, felice, coinvolto, appassionato, forse, è puro. La religione è buona o cattiva? Dipende! Se divide in buoni e cattivi, in quelli che devono andare in paradiso e in quelli che devono andare all'inferno, è una religione impura. Se invece cerca di amare, accettare, salvare, capire e aiutare tutti, allora è pura. I farisei erano perfetti, digiunavano più del necessario e non trasgredivano nessuna regola. Ma la loro purezza era la loro impurità: loro sì che erano bravi e amati da Dio, gli altri no. Quando entreremo in paradiso, avremo tre sorprese. La prima: dove sono finite tutte quelle facce che credevi santi? La seconda: misericordia! Come sono entrati tanti tipi sospetti? Terza: ci sono anch'io! A catechismo la catechista chiede: "Chi sono i pagani?". Una bambina alza la mano e risponde: "I pagani sono gente che non litiga sulla religione". Cosa può dire a noi questo vangelo? 1. Non fermarti al comportamento: è l'intenzione che fa pura o impura una cosa. C'è un uomo che dice tre rosari al giorno e va a messa tutti i giorni. E' sposato, fedele, non alza la voce, sempre presente in parrocchia. Tu lo guardi e dici: "Ma è un santo!". Forse. Esternamente sì. La sua religione gli serve per sentirsi migliore degli altri, infatti: "I divorziati dovrebbero vergognarsi e neppure dovrebbero entrare in chiesa; ai genitori che non vanno in chiesa non si dovrebbe neppure dare il sacramento ai figli, ecc.". E' un uomo puro? Fuori sì, ma cosa c'è dentro? Di tutto! Un turista dice alla guida che gli stava facendo vedere la città: "Puoi essere orgoglioso della tua città. Ci sono tantissime chiese. Qui la gente ama davvero il Signore!". La guida risponde: "Il Signore lo amano tantissimo ma gli uomini no". Quando guardi una persona cosa pensi: "E' un peccatore! Si vergogni! Non capisce niente! Non c'è speranza! Non ce la fa! Che genitore incapace! Da uno così cosa puoi pretendere...! Ha sbagliato tutto!"? Questa è impurità. Quando guardi una persona cosa pensi: "Cosa c'è nel suo cuore? Quanto ha sofferto! Ognuno fa quello che può con gli strumenti che ha! Speriamo che ce la faccia! E' stato bravo nella sua situazione. Tifo per lui. Non sono d'accordo ma capisco. Si può sempre cambiare. Lo stimo"? Questa è purezza. Quando guardi una persona cosa vedi? Solo ciò che non fa? Solo ciò che non ti ha fatto e che doveva fare? Solo ciò che ti ha fatto e non doveva fare? Solo il negativo? Quando ascolti il tuo cuore cosa senti? (C'è anche chi non lo ascolta per paura di sentire ciò che c'è dentro). Senti rancore? Rabbia? Odio? Dolore? Vendetta? Giudizio? Maledizione? Urla? Dolore? Invidia? Gelosia? Cosa pensi di farne di tutta questa impurità? Il "male" è dentro di te, non fuori di te. Se dentro hai questo, cosa pensi che uscirà da te anche se non lo vuoi? Senti felicità? Vitalità? Voglia di vivere? Entusiasmo? Incoraggiamento per gli altri? Fiducia? Amore per tutto ciò che esiste? Desiderio di spendersi? Voglia di dare gratuitamente? Slanci? Sogni? Se dentro hai questo, cosa pensi che uscirà da te? Sarà pieno di demoni il tuo mondo, se dentro hai questo? Sarà pieno di nemici? Pieno di pericoli? Sarà un mondo di cui diffidare. Quando stai con un amico, che pensieri fai su di lui: "Mi ama? Perché non mi chiama? Perché non mi abbraccia? Se fosse mio amico farebbe di più? Perché non mi vede? Perché non fa questo a me e a gli altri sì"? Lo stai vedendo solamente in funzione tua: forse questa è impurità. Oppure, pensi di lui: "Sento che mi vuole bene. Fa quello che può. Molte volte mi ha ascoltato. A volte mi chiama quando meno me l'aspetto. So che è buono". Questa, forse, è purezza. 2. Il "male" non è fuori: è dentro. "Io non faccio male a nessuno" diceva la mamma. Un giorno passeggiando con il suo bambino disse: "Per fortuna che tu non sei come quel tuo compagno di classe. Guarda com'è gobbo". Il bambino sentì e il giorno dopo andò a scuola e iniziò a dire al bambino gobbo: "Gobbo! Gobbo!". Il bambino gobbo si vergognava di tutto questo ma stava zitto. Dopo qualche settimana il bambino lo prendeva il giro dicendogli: "Adesso vengo lì e ti tocco la gobba. Porta fortuna!". Il gobbo si sentiva sempre peggio. Così un giorno si tolse la vita. Il giorno del funerale la mamma era al funerale e diceva: "Ma com'è possibile che accadano certe cose? Che famiglia, che genitori avrà avuto dietro per fare una fine così?". Il "male" è dentro o fuori? C'è un uomo che vede demoni a destra e a sinistra. Ogni sei mesi fa benedire la propria casa per togliersi queste "presenze". Ma il demonio è fuori o dentro? Anni fa una ragazza è rimasta incinta. Suo padre sdegnato l'ha cacciata di casa: "Che vergogna! Che disonore! I giovani di oggi sono tutti marci! Tu fai tanto per loro e poi ti ripagano così". Il male è dentro o è fuori? Due vicini di casa si sono sempre fatti la guerra per un piccolo pezzo di terreno. Un giorno uno dei due viene a sapere che il figlio dell'altro è stato bocciato a scuola. Allora dice: "Ben gli sta! Ognuno ha ciò che si merita". Il "male" è dentro o fuori? Il maestro per vedere cosa c'era dentro le persone (e non quello che le persone volevano che gli altri vedessero che ci fosse dentro di loro) ai suoi incontri faceva sempre questo giochetto: ad un certo punto, per un motivo banalissimo (ad esempio uno chiacchierava con il vicino mentre lui parlava), inveiva contro di lui: "Figlio di puttana, stai zitto!". Alcuni, pur non dicendo niente, arrossivano: l'avrebbero ucciso, se avessero potuto. Lì dentro c'era l'odio. Alcuni, delusi, si alzavano e se ne andavano via. Lì c'era pretesa. Altri reagivano: "Ma chi ti credi di essere? Ma come ti permetti?". Lì c'era giudizio. Altri gli dicevano: "E ti definisci un maestro, tu?". Lì c'era competizione. Altri ancora: "Tu sarai maestro ma non sei certo meglio di me". Lì c'era superiorità. Altri si alzavano e lo insultavano. Lì c'era rabbia. Qualcuno a volte gli diceva: "Sono le tue parole. Non mi riguardano". Lì c'era pace. Una volta uno si alzò, gli diede la mano e gli disse: "Ma tu sei un santo! Come fai a saperlo?". Lì c'era umorismo e accettazione. Guarda a come reagisci e capirai cos'hai dentro tu. Gesù dice: "Tutto dipende dal tuo cuore" e "Ciò che hai dentro è la tua vita o la tua morte". Lc 6,45 dice: "L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore". Per Gesù è l'interiorità, ciò che hai dentro, nel tuo cuore, che determina l'esteriorità. Per la sua mentalità ciò che un uomo fa è come un vaso pieno: ciò che travasa, che esce, è nient'altro ciò che lui è e ha dentro. Mt 12,33-34: "Se prendete un albero buono anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore". Per Gesù è l'interiorità che determina l'esteriorità, così come i frutti dell'albero sono determinati dall'albero. Pensiero della Settimana La felicità è l'arte di comporre un bouquet con i fiori che abbiamo a portata di mano. Quello che sei va benissimo per essere felice oggi. Se oggi non sei felice con quello che sei e che hai domani non lo sarai mai, qualsiasi cosa tu sarai e avrai. |