Omelia (31-08-2012)
Riccardo Ripoli
Ecco lo sposo, andategli incontro

Nella vita spesso veniamo chiamati per andare incontro allo sposo. Non c'è niente di troppo grande che non possiamo fare, né di troppo piccolo che non siamo tenuti ad eseguire. Lo sposo è il nostro prossimo. Che si creda o meno, aiutare chi ha bisogno è andare incontro all'Uomo, è migliorare il nostro mondo, elevarci personalmente. Chi ha Fede vede Dio nel prossimo ed il grido "andategli incontro" ha doppio valore, è andare verso Dio e verso l'Uomo.
Purtroppo oggi si rimane sordi a questo richiamo, si fa spesso finta di non sentire, si considerano certe cose inutili e certe altre troppo difficili, o con impegno troppo grande, oppure che solo altri possono fare. Scuse. Soltanto scuse per non rimboccarsi le maniche, scuse per non sporcarsi le mani, scuse per non soffrire, scuse per avere più tempo per divertirsi.
Ora ditemi, se vostro figlio o una persona a voi cara fosse in pericolo di vita, stesse soffrendo le pene dell'inferno non vi fareste in quattro per aiutarla, persino dare un proprio organo o la vita per lui?
Allora non è vero che ci sono cose troppo grandi, tutto si può fare, basta volerlo e organizzarsi.
Eppure ci sono migliaia di bambini che soffrono, che muoiono di fame, che sono in situazioni di grande disagio. Ma chi se ne importa, mica sono figli miei. Ci penseranno i servizi sociali a loro, per me è un impegno troppo gravoso. Ma figurati se mi prendo il figlio di un altro in casa, ma pensa te se devo crearmi problemi. Per cosa poi? Per evitare che un bimbo muoia di fame, o che non lo violentino?
Ma che razza di vipere sono coloro che la pensano così? Si inteneriscono davanti ad un cane randagio, ma non hanno cuore per un bambino maltrattato? Trovano il tempo per andare in palestra, dal parrucchiere, a cena con gli amici, e non possono accudire un bambino? Se fosse vostro figlio cosa fareste? Andreste dal parrucchiere mentre lo stanno violentando così da non vedere?
Ed i bambini che soffrono non sono anch'essi vostri figli? Non sono anch'essi figli di Dio?
Non avete le possibilità di prendere un bambino dentro casa vostra? Ok, ammettiamo che sia vero, ammettiamo che ci siano condizioni insuperabili perché allo stato attuale non possiate accoglierne uno. Ma ci sono tanti modi per aiutare un bambino. Avevo ventuno anni e Roberta 17 quando andavamo nei quartieri malfamati di Livorno a proporci per aiutare i bambini come potevamo. Abbiamo iniziato dando loro ripetizioni, siamo entrati pian piano nelle famiglie e le abbiamo aiutate con il mangiare, con il vestiario, con i giochi, con l'ordine e la pulizia.
Voi ragazzi maturi, voi uomini e donne navigati, voi coppie sposate siete meno di una coppia di adolescenti che erano vissuti nella bambagia fino a quel giorno? Perché non andate in un quartiere brutto della vostra città, non vi mettete a parlare con la gente, non conquistate la loro fiducia, non aiutate un bambino? Semplice, perché vi fa fatica, non avete voglia. Ognuno di voi ha delle capacità. Chi sa leggere metta un banchino nella piazza e legga favole ai bambini, chi sa giocare a pallone chieda ai ragazzi di fare una partita con lui, chi sa costruire qualcosa scarichi in piazza del materiale e si metta a costruire un carretto. Non ci sarà bisogno di andare a trovare chi aiutare, saranno loro a trovare voi.
Non siate ipocriti. Non dite che non potete aiutare perché potete eccome, il fatto è che non volete.
Vi auguro di non aver mai bisogno degli altri perché quando sarà così e vi sentirete rispondere "non posso" capirete quanto bene avreste potuto fare e non lo avete fatto.
Non si aiutano i cani randagi perché sono meglio dei bimbi, si aiutano perché costa meno fatica, meno impegno, meno coinvolgimento.
Chi ha Fede è vigliacco due volte, una perché non aiuta un fratello ed una perché non risponde al richiamo di Dio.
Ma davvero c'è bisogno che Dio ci chiami perché si possa vedere la realtà di sofferenza che è attorno a noi?