Omelia (02-09-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Marco 7,15-21

Gesù diceva loro: Ascoltatemi tutti e comprendete bene. Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in Lui, possa renderlo impuro. Ma è quello che esce dal cuore dell'uomo a renderlo impuro. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore, escono i propositi di male.
Mt 7,15-21


Ecco, il provvido amore di Dio, in questa ripresa del cammino, ci offre un brano di una portata rivoluzionaria incredibile. Che grazia!

Gesù rivendica per noi: per la nostra storia personale e di membri della Chiesa il primato dell'interiorità.

In una società che vive il disagio della fretta dell'efficientismo della corsa al piacere immediato (a tutto quello che, in definitiva, viene giocato dentro l'apparenza), il rischio forte è di "non vivere ".

Ti sembra di berle tutte le tue giornate, perché lavori tanto, perché fai tutto (a quasi) quello che ti è richiesto. Ma come? In una superficialità che non ti appaga il cuore e non è efficace per gli altri. Non è certamente a gloria di Dio!

Gesù, con la lucidità di chi sa amare, ci rende avvertiti: "Non sono le apparenza quelle che contano".

Sì, è dal cuore che nascono le intenzioni, le libere scelte. Ne vengono enunciate alcune decisamente cattive che generano il grande male.

Risulta poi evidente che è ancora dal cuore il germogliare vitale di propositi buoni, intenzioni, in ordine al bene.

Si evidenzia così che per la Bibbia il cuore è la sede centrale della persona dove si gioca il suo essere viva partecipe oppure morta ambulante, avvizzita in se stessa, generatrice del male che poi esplode fuori.

Nella mia pausa contemplativa oggi prenderò consapevolezza di questa realtà.

E prego: Cura, Signore il mio cuore, liberalo dalle intenzioni cattive, dai desideri marci di egoismo, da ogni malignità. Dammi un cuore puro, consapevole d'essere abitato da Te, o tenerissimo Amore - mia salvezza.

La voce di un autore mistico

L'uomo interiore, prima di occuparsi di altre cose, guarda dentro di sé; e, intento diligentemente a se stesso, è portato a tacere degli altri. Solamente se starai zitto sugli altri, guardando specialmente a te stesso, giungerai a una vera e devota interiorità.
Tommaso da Kempis