Omelia (06-09-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Prima Corinzi 3,21-23

Nessuno ponga il suo vanto negli uomini perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa', il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.
1Cor3,21-23


Porre il proprio vanto negli uomini, soprattutto in questo contesto della lettera che Paolo scrive alla turbolenta città di Corinto, significa credere che la realizzazione della propria vita dipenda da quello che uno conta agli occhi della società. Colui poi che non ha denaro roba successo e cose del genere conta proprio nulla.

Paolo ce ne dissuade, negando che la felicità sia racchiusa in queste cose. Egli non le demonizza, ma neppure le esalta. Piuttosto illumina una verità vertice di tutto l'orizzonte cristiano .

Sì, Paolo afferma le ampiezze della nostra possibilità di possedere tutto ma dentro quella libertà di spirito che dipende dal nostro appartenere a Dio in Cristo Gesù. È Lui infatti che, con l'amore infinito della sua morte in croce, ci ha resi liberi dal peccato, ottenendoci la figliolanza divina e la certezza di conrisorgere insieme a Lui nella vita che dura.

Nella mia pausa contemplativa se mi è possibile vado all'aperto o spalanco la finestra. Respirando a pieni polmoni, immagino di accogliere in me la vita: tutta la vita nelle sue grandi manifestazioni e in quelle più familiari e umili: un volo di uccello, un palpito di farfalla su un fiore, un gesto, una voce, un cespuglio d'erba e altro ancora ...manciate di bellezza a buon mercato.

Posso pregare così: O Padre, dammi un cuore dove quel tutto è vostro risuoni gioiosamente in me che lo aggancio alla certezza di appartenere a Cristo, "per il quale tutto è stato fatto"( Cfr. Gv 1,3) e ogni realtà mi appartiene.

Signore Gesù, fa di me una consapevole depositaria del "tutto è vostro", ma imparando a gestire tutto gioiosamente in un atteggiamento di apertura, di dono ai fratelli.

La voce una donna di oggi

Se tengo strette la mani su quel che possiedo, deterioro ciò che ho e incancrenisco nelle mani e nel anima. Se invece accresco i miei beni per largheggiare nel dono, vivo sana contenta e realizzata e in pace.