Omelia (03-09-2012) |
Riccardo Ripoli |
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno Il dialogo è una bella cosa, ma è anche vero che a volte accade che ci siano delle persone che non vogliano ascoltare per partito preso, radicati sulle proprie convinzioni ed incapaci di guardarsi nello specchio, incapaci di capire il messaggio di fondo, incapaci di fare una qualsiasi autocritica. Una sera arrivarono da noi una coppia e tre ragazze amiche tra loro. I due gruppi non si conoscevano e per entrambi era la prima volta che venivano a trovarci. Scherzavo con i bimbi come faccio sempre e misi uno di loro, nove anni, al centro dell'attenzione facendo finta di brontolarlo perché stava parlando. Lui che mi conosceva bene accettò lo scherzo ed accennava di continuo a dire qualcosa, ed io lo rimbrottavo con gli occhi. Alla fine lo chiamai vicino a me e finì tutto in una grande risata. Le tre amiche non dissero nulla. Il giorno dopo se ne andarono ed una di loro mi scrisse parole di fuoco sul come si trattano i bambini, che ero un despota che non permettevo loro di parlare e che dovevano mettermi in galera. Io, che ogni sera faccio con i ragazzi una riunione che dura a volte anche tre ore, io che non ho mai mandato via un ragazzo cercando sempre di trovare il giusto verso per far capire gli errori commessi. La coppia era ancora con noi e chiesi loro cosa avessero capito del mio atteggiamento, cercai di capire il perché delle critiche mi venivano mosse, volevo comprendere se avessi detto o fatto qualcosa di sbagliato per non ripeterlo nel passato, ma loro stessi rimasero allibiti da tale lettera, continuando a frequentarci con grande amicizia da allora sino ad oggi. A volte si hanno dei preconcetti e si interpretano parole e atteggiamenti come lo si desidera per poter portare l'acqua al proprio mulino, per non sentirsi inficiati o perché non ci piace quello che una persona dice o fa. Le critiche arrivano anche per sfiduciare chi fa qualcosa che noi non riusciamo a fare in modo da sentirsi più bravi di lui. E' quello che è successo a Gesù nella sinagoga. Parlava da tanto tempo con loro, diceva cose che piacevano, lo amavano tutti, restavano estasiati dalle Sue parole, ma appena ha fatto loro una critica anziché cercare di capire le parole che Egli diceva, anche se dure, si indignarono a tal punto da volerlo uccidere. Invidia e gelosia perché Lui era amato dalla gente e loro no. Gesù era aperto al dialogo, si è confrontato tante volte con peccatori e giusti senza fare distinzioni, ma certe volte si incontrano persone che non vogliono ascoltare, che chiudono orecchie e cuore e non vogliono capire. Ed ecco che il Signore, davanti a tanta ottusità, passa in mezzo a loro e va oltre. Va verso chi lo ascolta. Il Vangelo non è un libro di testo, non è un dizionario, non è un manuale tecnico che per qualche motivo siamo obbligati a consultare. Le Parole di Dio sono polline che fluttua nell'aria, a qualcuno piacciono, ad altri danno fastidio, ma è innegabile che non sono nocive e che aiutano a farci crescere obbligandoci a guardarsi dentro. Chi cerca di fare del bene alle persone sa che non sta sbagliando, sa che ci sono tante persone sofferenti che avrebbero bisogno anche solo di una parola gentile. Non demonizziamo chi si occupa di animali, ma lasciatemi dire che se uno trova il tempo per aiutare un cane, potrebbe impiegare meglio il suo tempo aiutando l'Uomo. Il cane o il gatto, la capra o il coniglio non hanno un'anima, non hanno sentimenti, non contribuiscono a migliorare o peggiorare la società in cui viviamo. Conosco persone che hanno figli ed anziché passare il tempo con loro lo passano nei canili. Secondo me è sbagliato perché il tempo che si sottrae all'aiuto del prossimo, anche se per una nobile causa come l'aiuto di un animale, è tempo perso. Siete liberi di aiutare chi volete, salvate tutti i cani e gatti della terra, magari un giorno arriverà qualcuno che vorrà proteggere le zanzare e le mosche, oppure i topi ed i serpenti, sono sempre animali e se fate differenza tra animali magari qualcuno potrebbe dirvi che siete razzisti. Non demonizziamo nessuno, tantomeno giudichiamolo perché la sua cultura lo porta a vedere nell'aiuto agli animali la cosa più giusta da fare. Sono certo che siano in buona fede, come lo sono coloro che si occupano di persone, ma chi ha Fede in Dio, chi legge il Vangelo e lo medita per cercare di farne una filosofia della propria vita mi deve trovare un passo dove si dice "lasciate che gli animali vengano a me". Gli animali sono al servizio dell'uomo e non è l'uomo al servizio degli animali. Questo mi sembra molto chiaro, spero che lo sia per tanti. Non facciamo guerre, diciamo la nostra opinione e davanti a coloro che volessero buttarci giù da un burrone, passiamo oltre. |