Omelia (14-09-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Filippesi 2,7-8 Svuotò... umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce Fil 2,7-8 Come vivere questa Parola? "Svuotò... umiliò se stesso fino alla morte e a una morte di croce". Tra le righe si legge quasi lo stupore, lo sgomento di chi ben conosce l'orribile supplizio della croce: strazio del corpo, ma più ancora lacerazione dell'animo di chi si sente rigettato dagli uomini e da Dio. Sì, questo rappresentava per un ebreo la morte in croce! E a questo è andato consapevolmente incontro Gesù: fin qui è arrivato il suo volontario annichilimento! Istintivamente ci ritraiamo dalla rude crudezza di questa realtà e cerchiamo di esorcizzarla: basta guardare molti Crocifissi delle nostre chiese, resi più opera d'arte da contemplare che oggetto di culto da adorare in silenzio. Già, il silenzio: dinanzi al Crocifisso non dovremmo star lì a sprecare parole. Non è l'intelligenza, ma tutta la persona che deve lasciarsi interpellare da quel grido di amore che raggiunge il cuore. Solo ascoltandolo ci si rende conto che era quello che aspettavamo, quello di cui avevamo inconsapevolmente bisogno, perché tutti, indistintamente tutti abbiamo bisogno di palpare l'amore di Dio per ciascuno di noi, per me. E quel Crocifisso dice inconfutabilmente che sono amato. In questo identificarsi della massima espressione dell'annichilimento con l'amore è il principio della resurrezione, in cui Gesù ha coinvolto anche l'amato, l'uomo, ciascuno di noi. Non si può contemplare il Crocifisso senza scorgervi i tratti del Risorto, come non si può pensare a un amore che non conosca la rinuncia e insieme il gaudio di un di più di vita. Nel mio rientro al cuore, mi tratterrò in un umile e riconoscente "a tu per tu" con Gesù. Gesù: eccomi ai piedi della tua croce, in silenzioso ascolto di quella parola d'amore che sei tu stesso. Voglio restare così, dinanzi a te, in muta contemplazione. La voce di una santa Gesù Crocifisso dev' essere l'oggetto di ogni tua brama, di ogni tuo desiderio, di ogni tuo pensiero. Edith Stein |