Omelia (09-09-2012) |
don Luciano Cantini |
Favoritismi personali Vestito lussuosamente Ha colpito l'opinione pubblica l'ultima intervista al Card. Martini che esordisce dicendo: "l'apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti e i nostri abiti sono pomposi". Allora, come oggi, la comunità ecclesiale corre il rischio di farsi sedurre dagli aspetti mondani della ricchezza e del potere, e si lascia travolgere dalle regole del mondo. Nella chiesa abbondano i titoli onorifici che quasi mai corrispondono ad un servizio, proprio come nel mondo civile si concede ad alcuni privilegiati, con o senza merito, titoli di cavaliere o commendatore. Anche la struttura costruttiva delle chiese determina separazioni e ruoli non sempre dettati dalla praticità d'uso: il presbiterio per i preti e più in basso l'aula per i fedeli... a volte c'è da domandarsi dove stanno i poveri. «Siediti qui ai piedi del mio sgabello» Il più delle volte sono fuori, sulla porta della chiesa, quando è permesso di rimanere lì a chiedere l'elemosina, più spesso sono allontanati. Sarebbe incredibilmente evangelico vedere un povero seduto accanto al Papa in san Pietro, uno di quelli che sostano sotto i portici di via della Conciliazione, perché anche il colonnato del Bernini è loro precluso. È vero che, non molto distante, una piccola porta si apre sulle mura vaticane per offrire una mensa ai poveri, ma in un angolo, quasi lontana dagli sguardi. Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo Anche Dio fa "favoritismi personali" ma lo fa in una direzione totalmente opposta alle scelte del mondo. L'attenzione per i poveri non si può ridurre ad un atteggiamento filantropico di carità che lascia separati e distinti i ruoli tra chi è ricco e dona e chi è povero e riceve. Non è questa la fedeltà alla scelta divina che ha eletto ciò che è piccolo e povero. I poveri non sono solo i favoriti dal Vangelo, Dio dona loro la ricchezza della fede e l'eredità del Regno. Forse a noi non appare in modo evidente - e probabilmente neppure a loro - ma sono loro a educarci ( o rieducarci), a insegnarci... certamente non come i potenti o come coloro che pensano di possedere la Verità. I poveri sono un dono che il Signore ci fa perché siano messi "nel mezzo" della comunità cristiana come una forza pedagogica della vita capace di mostrare le ferite della storia e dell'uomo. Un insegnamento certamente più profondo e autentico dei mantelli, degli anelli d'oro, degli abiti pomposi e delle convenzioni sociali. |