Omelia (10-09-2012)
Riccardo Ripoli
Allo scopo di trovare un capo di accusa

Quando iniziai il mio percorso a ventuno anni con i bambini pensavo che avrei potuto godere di sinergie, di aiuti nelle istituzioni, di grandi sorrisi e ringraziamenti per il supporto che avrei potuto dare ai servizi sociali nell'accudimento dei bambini. Pensavo!
Ben presto mi accorsi che la questione non era proprio in questi termini, anzi, era l'esatto opposto. Ero per loro come fumo negli occhi, un privato che mette un granellino di sabbia nell'ingranaggio del pubblico. Un ragazzo che denuncia le cose che non vanno obbliga il pubblico ad agire. Mi trovai subito in dissapore con le istituzioni che in mille modi hanno sempre cercato di osteggiare il nostro lavoro.
Oggi le cose sono un po' cambiate, da un lato perché abbiamo imparato ad usare in maniera migliore la diplomazia e prima di arrabbiarci o denunciare cerchiamo maggiormente il dialogo, dall'altro perché le istituzioni stesse hanno cominciato a valutarci positivamente per il lavoro svolto.
Purtroppo in tutta Italia ci sono molti comuni che, contrariamente a quello che è il loro mandato, osteggiano l'affidamento, impediscono un aiuto dei bambini e delle loro famiglie. Il motivo è da ricercarsi nei soldi e nella politica. Nei soldi perché un affidamento ha un costo: ricerca di famiglie affidatarie con tanto di promozione dell'affido e assistenti sociali e psicologi a disposizioni per corsi ed incontri con le persone disponibili; retta mensile per chi accoglie un bambino nella propria casa che si aggira attorno ai quattrocentocinquanta euro al mese, ma che arriva anche ad oltre tremila euro mensili se l'affido fallisce (ed accade spesso per la mancanza di supporto alle famiglie) per le comunità ove il minore dovrà essere inserito; assistenti sociali e psicologi che dovranno prendere in carico il caso e seguire bambino, famiglia di origine e famiglia affidataria. Nella politica perché spendere soldi per un affidamento non da visibilità al politico tanto quanto fare una piazza o mettere le panchine nuove nel parco; inoltre accade spesso che i genitori che si vedono portare via il figlio reagiscono utilizzando anche i media e coinvolgendo l'opinione pubblica che si indigna davanti a quello che considerano un "rapimento di stato" senza però poter valutare i fatti, in quanto possono ascoltare solo la versione, spesso romanzata e non realistica, della famiglia del bambino, in quanto servizi sociali, comuni e tribunali non possono spiegare pubblicamente le ragioni dell'allontanamento per giuste ragioni di privacy.
Tutto questo comporta che i comuni non investono, talvolta anche per mancanza di fondi, nella promozione dell'affido, si circondano di un numero insufficiente di assistenti sociali che per quanto brave e volenterose non possono fare miracoli. Ci sono comuni nei quali un'assistente sociale si occupa mediamente di quattrocentocinquanta casi, ed è logico che alla fine non possa svolgere un buon lavoro nei tempi che sono necessari.
Il mondo va così da sempre, chi fa qualcosa di buono viene ostacolato da chi vuole mantenere il potere, da coloro che hanno paura che le sue parole e le sue azioni possano in qualche modo stravolgere un equilibrio duramente conquistato e mantenuto, un potere che garantisce la sicurezza di una comoda poltrona dalla quale si possa osservare il mondo in maniera privilegiata senza sporcarsi le mani.
Se ce ne stiamo in poltrona a guardare la tv, se non ci interessiamo ai problemi del nostro prossimo, se non chiediamo spiegazioni ai nostri politici del loro operato, se non combattiamo contro l'indifferenza e l'inedia del pubblico le cose non cambieranno mai, anzi corruzione e malaffare regneranno sovrane perché troveranno terreno fertile, non avranno nessuno che li combatte perché in molti preferiranno adeguarsi al sistema.
Così accade che ci siano migliaia di bambini che vivono in situazioni di grande degrado, in problemi come la prostituzione, la pedofilia, la violenza domestica, l'abbandono scolastico e noi non facciamo nulla perché il nostro diretto interlocutore fa orecchie da mercanti? Ma volete scherzare? Che razza di gente siete? Come potete puntare il dito contro i delinquenti se non fate nulla affinché i bambini non prendano una brutta strada?
Come si fa a combattere contro questo stato di cose? Semplice, in prima battuta mettendosi a disposizione per l'affidamento sia attraverso il proprio comune, sia attraverso noi; poi andando dai comuni a chiedere spiegazioni sul perché ci sia una legge che obbliga i comuni a fare promozione verso l'affido, ma nelle nostre città non vediamo cartelli che invitano all'accoglienza; infine dando il proprio supporto di volontari per associazioni come la nostra che si occupano di bambini e di affidamento. In questo periodo abbiamo fatto delle proposte sul cambiamento della legge sull'affido affinché non si ripetano situazioni in cui i tribunali emettano i decreti di affidamento ed i comuni non li eseguano per mancanza di risorse. L'unione fa la forza e scardina il mal costume, noi ci siamo, unitevi alle nostre battaglie e se non potete o non volete prendere un bambino in affido, almeno supportate chi lo fa e chi lo promuove.