Omelia (11-09-2012)
Riccardo Ripoli
Erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie

Penso spesso all'immagine che a volte ci viene raccontata dai missionari in Africa secondo la quale centinaia di persone la domenica si mettono in viaggio a piedi, tra la polvere, affrontando talvolta anche dei pericoli per passare qualche ora in chiesa ad ascoltare la Messa, le parole del sacerdote e magari risolvere i propri problemi o essere guariti. Chilometri e chilometri per sfamare l'anima con la Parola di Dio. A noi non manca il cibo in tavola, non dobbiamo prendere arco e frecce o rovistare nella spazzatura per procurarci da mangiare, ci basta tirare fuori di tasca il portafogli ed ecco apparire sulle nostre tavole un cappone, un'orata, un cesto d'insalata. Abbiamo perso la capacità di lottare per ottenere ciò che nella vita ci serve. Abbiamo le chiese vicine, ma non abbiamo il tempo per entrarvi un attimo per fare una preghiera o ascoltare una Messa. Abbiamo i poveri vicini, i senzatetto, i bambini abbandonati, le persone anziane, ma non abbiamo il tempo o la voglia di uscire di casa e fare un chilometro con il motorino o con la macchina. Siamo diventati pigri, svogliati, incapaci di combattere, di vedere i valori della vita. Bravissimi. E' proprio così che ci vuole chi opera nel male: mollicci, senza prendere una posizione, sprofondati nelle nostre agiatezze. Terreno fertile perché il male si possa insinuare dentro i nostri cuori e nel tessuto della nostra società.
Mi ribolle il sangue al pensiero che miglia di persone vorrebbero avere ciò che noi buttiamo via, oppure una chiesa vicino casa, o una sola stanza della casa dove abitiamo. Abbiamo tutto, ma alla fine non abbiamo niente. Abbiamo perso i valori che ci hanno permesso di costruire il nostro benessere, non si combatte più per le cose importanti come la famiglia o la solidarietà, anzi, ci scanniamo allo stadio, tiriamo bombe carta agli uomini in divisa che fanno il loro dovere anziché dialogare, mettiamo i nostri anziani negli ospizi e ci dimentichiamo della loro esistenza, abbandoniamo i nostri figli per la strada in nome dell'emancipazione ma solo per poter essere liberi di andare a giocare a tennis.
Abbiamo smesso di ascoltare, di leggere, di riflettere su cose importanti. Non ci confrontiamo più su principi e valori perché si ha paura di essere giudicati, ma anche per pigrizia. Si lascia che le cose vadano come devono andare, come lasciare che un fiume scorra senza argini e tutto travolge, inonda. Non lamentiamoci se rapiscono i nostri figli, se violentano la ragazza che torna a casa, se rapinano ed uccidono nelle nostre case. E' il nostro mondo, siamo noi a volerlo così perché non facciamo nulla per cambiarlo. Chi sono gli stupratori, gli assassini, i ladri, i rapinatori? Coloro che nessuno aiuta, coloro che da bambini hanno imparato solo l'odio per chi preferiva gettare i propri soldi ed il proprio tempo in cose inutili anziché dividerli con chi non aveva nulla da mangiare o una famiglia problematica. Purtroppo oggi non si pensa altro che a noi stessi, a vivere bene la giornata, a non avere problemi. Si preferisce divorziare piuttosto che dialogare e non si pensa alla sofferenza dei figli in seguito ad una separazione. Non costruiamo l'avvenire, non ci sacrifichiamo per i bambini che domani erediteranno un mondo peggiore, non facciamo pulizia e nascondiamo lo sporco sotto il tappeto facendo finta che certe realtà di abbandono non esistano.
Trovatela forza dentro di voi per reagire, per combattere il male che ci circonda e che è radicato dentro di noi. Prendete il Vangelo, la Parola di Dio, come una spugna per lavare via le brutte abitudini, cominciate ad uscire per aiutare il prossimo, accogliete i figli di coloro che sono sbandati e fatene uomini di domani, tenete in casa i vostri figli e aspettate il più possibile a farli diventare grandi affinché imparino i valori che si stanno perdendo e possano tramandarli alle generazioni future. E' facile criticare la chiesa, facile puntare il dito sui sacerdoti, ma sono scuse per non voler ascoltare la propria coscienza, per non voler ascoltare Dio perché ci fa comodo non mettersi in gioco così da restare comodamente seduti sui nostri divani.
Ma è davvero una bella vita quella che fate? Ma davvero pensate che quando sarete anziani i vostri figli non vi metteranno in ospizio, oppure non desidereranno la vostra morte per godere al più presto dell'eredità? Davvero pensate che ci sarà qualcuno disposto ad accogliervi in casa se vostra moglie o vostro marito vi mandasse via? Vi auguro che tutto questo non vi riguardi, ma questo è il mondo che stiamo costruendo. Siamo ancora in tempo per cambiarlo, basta avere il coraggio di alzarsi, uscire di casa e chinarsi su coloro che hanno bisogno di noi, siano essi anziani, poveri, senza tetto, bambini abbandonati. Fuori dalle vostre case c'è una guerra da combattere ed il Signore chiama anche voi ad essere soldati della Carità, ma se non vorrete farlo per Dio fatelo per voi e per i vostri figli, aiutate chi ha bisogno, dividete ciò che avete con chi non ha nulla, accogliete in casa un bambino ed insegnate alla vostra prole cosa sia la solidarietà, la condivisione.