Omelia (16-09-2012) |
Wilma Chasseur |
Chi è Dio per l'uomo moderno? Oggi Pietro si fa ardito: prende in disparte Gesù per... rimproverarlo. Abbiamo così un rovesciamento di situazione rispetto a domenica scorsa: non è più Gesù che prende in disparte il sordomuto per guarirlo, ma è addirittura Pietro che prende in disparte Gesù. Ma andiamo con ordine. All'inizio vediamo Gesù che, per via, interrogava i discepoli. E anch'io mi sono interrogata: perché Gesù interrogava i discepoli per via?
La prima risposta che mi viene è che, essendo sempre itineranti, doveva per forza interrogali per via, visto che erano sempre in cammino. Ma c'è anche un'altra risposta: i discepoli di oggi siamo noi e siamo sempre per via, cioè sempre in cammino essendo la stessa vita nostra, un cammino continuo, quindi pure noi siamo interrogati da Gesù, per via Quando avremo terminato il cammino terreno, non ci interrogherà più, perché ormai le risposte saranno date, i giochi saranno fatti: nessuna possibilità di ricominciare... Chiediamo dunque la grazia di dare le rispose giuste (e di darle con la vita, non solo a parole) mentre siamo per via, perché finito il cammino di questa vita, non ci saranno più né domande, né risposte e neanche esami di riparazione...
Durante una lezione tenuta agli studenti universitari, un professore ateo dell'Università di Berlino lancia una sfida ai suoi alunni con la seguente domanda:
A questo punto, titubante, il professore rispose, "Naturalmente, come ti ho già spiegato". Ma lo studente replicò "Il male non esiste, professore, o almeno non esiste in quanto tale. Il male è l'assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che accade quando l'uomo non ha l'amore di Dio. E' come il freddo che si manifesta quando non c'è calore o l'oscurità che arriva quando non c'è luce". Il giovane fu applaudito da tutti e il professore, scuotendo la testa, rimase in silenzio. Il rettore dell'Università si complimentò con il giovane studente e gli domandò: "Qual è il tuo nome?". "Mi chiamo Albert Einstein, signore!". |