Omelia (12-09-2012) |
Riccardo Ripoli |
Beati voi Ogni buon genitore dona carezze consolatorie ai figli che vivono un momento di crisi e moniti a quelli che si comportano male. Dico sempre ai miei ragazzi che se oggi non avete voglia di studiare, di fare il vostro dovere e vi divertite a scuola chiacchierando con gli amici mentre i professori spiegano, andando a giro dicendo di aver studiato quando non è vero, non entrando in classe per andare a fare una passeggiata sul mare non potrete sperare di essere promossi, di andare avanti nella vita. Se avete scelto di divertirvi ora, avrete già avuto quello che volevate e non ne avrete diritto in seguito. E' ovvio che se non studiate continuerete a bocciare e quando sarete adulti e vi cercherete un lavoro dovrete faticare per ottenerlo, dovrete faticare per mantenerlo, dovrete faticare per eseguirlo perché chi studia poco si è già divertito da ragazzo e prima o poi arriva il momento in cui deve rimboccarsi le maniche e fare il proprio dovere. Coloro che invece studiano, sacrificano parte della loro vita sui libri di scuola da ragazzi alternando il divertimento al dovere, si troveranno in una situazione di vantaggio rispetto ai primi ed avranno maggiori possibilità di trovare un lavoro che dia loro maggiori soddisfazioni da tutti i punti di vista, magari un lavoro autonomo e sicuro con il quale mantenere al meglio la propria famiglia senza grandi preoccupazioni. Lo stesso vale per noi adulti e così, come ogni papà e mamma che vedono il proprio figlio soffrire e lo consolano asciugando le sue lacrime, il Signore è vicino a coloro che più patiscono, ai Suoi figli più poveri, all'uomo che mendica un tozzo di pane, alla donna che non sa come sfamare la propria prole, alle persone che piangono per le sofferenze di una vita, per le angherie subite, per i torti ricevuti, per l'abbandono in un ospizio. E' al fianco di chi ha messo cuore ed impegno per cercare di emergere ma non vi è riuscito per colpe non riconducibili a lui. E' accanto a chi non si vergogna di dichiarare il suo amore per Lui e per questo riceve insulti, è messo al bando, non trova posto al lavoro, gli vengono respinti i suoi progetti. Ma Dio è padre buono anche nei confronti di coloro che sbagliano e li avverte di cambiare direzione, li redarguisce sulla vita spensierata che stanno facendo senza pensare al prossimo o dando al povero, all'assetato, all'affamato, al bambino sofferente solo le briciole, solo ciò che cade dalla sua tavola e che per lui non ha alcun valore. Chi è nella gioia e nella letizia ha il dovere di condividere questa sua fortuna con chi soffre, un dovere, un richiamo che viene direttamente da Dio. Certo, lo possiamo ignorare, possiamo far finta di non aver capito, di non aver sentito, possiamo addirittura deridere Dio considerando le Sue parole delle farneticazioni o addirittura un'invenzione della Chiesa per accaparrarsi una fetta dei loro patrimoni. Ma voi ricchi, voi che avete denaro che vi avanza, voi che ogni giorno mangiate, voi che siete così attenti a non spendere un centesimo di troppo, voi che siete così oculati negli investimenti da calcolare tassi di interesse e convergenze economiche, perché siete così stupidi da non investire una parte nel prossimo? Non parlo di elargizioni in denaro che, essendo in buona parte deducibili dalla tasse già date, magari per sgravare un po' la vostra coscienza, parlo del vostro tempo, de vostro preziosissimo tempo. Avete le giornate piene di appuntamento di lavoro, di affari, clienti da ricevere, fornitori con cui parlare, vacanze da organizzare, partite a tennis o calcetto da fare con gli amici, ma non avete un attimo per andare a trovare un bambino che non ha bisogno dei vostri soldi, non ha bisogno della vostra compassione, ha bisogno di voi, del vostro tempo, del vostro affetto, del vostro sorriso. Ha bisogno che siate presente con lui a tavola mentre mangia, vuole qualcuno con cui giocare a ping pong, una persona che gli legga una favola e gli tenga la mano quando si addormenta perché quando chiude gli occhi lo assalgono gli incubi di un papà che lo violentava. Ha bisogno di voi per capire che non tutti gli adulti sono uguali, che non tutti i papà violentano, che non tutte le mamme si ubriacano. Ha bisogno di voi per crescere, per diventare adulto, per vedere il mondo da un altro punto di vista diverso dalla sofferenza che lo avvolto per tanti anni. Ha bisogno di voi per imparare a ridere, giocare, scherzare, studiare, crearsi una famiglia, lavorare. Non ci sono altri, non si può dare soldi a qualcuno perché faccia questo lavoro per noi, ci sono cose che un uomo deve fare, e donare un sorriso ad un bambino che soffre è una di queste. |