Omelia (13-09-2012)
Riccardo Ripoli
A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra

Dai bambini possiamo imparare moltissime cose. Due in particolare mi vengono in mente oggi.
La prima è che sono spontanei, non fanno le cose per un tornaconto, non ti fanno un dono perché poi ne ricevono uno in cambio, non ti sorridono perché sperano di avere un qualche favore da te.
L'altra è ancora più bella, non ti giudicano. Ho visto bambini amare i propri genitori, difenderli fino alle lacrime anche quando si erano macchiati di crimini orrendi. Anche quando capiscono l'errore dei genitori sono sempre pronti al perdono, porgono l'altra guancia, subiscono e non si ribellano, ma con l'amore cercano di far capire la sofferenza, ma non innescano una guerra. Forse è anche vero che non sono nella posizione di farlo, a volte è impossibile reagire ad adulto e alle sue mostruosità, ma questo non cambia il grande insegnamento che ci danno, quello di sperare che il giorno dopo sia diverso, che il papà o la mamma pedofili prima o poi cambino. Ho conosciuto più di un bambino violentato che, una volta messo in sicurezza, una volta elaborato ciò che aveva subito ha continuato ad amare il suo aguzzino, a perdonarlo, a scusarlo perché malato o inconsapevole.
Se il Signore ci dice "se non tornerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli" si riferisce questi aspetti, all'amore che un bimbo mette in tutte le cose che fa', al perdono, al non giudicare, all'accettare senza subire.
Gesù ci insegna la via dell'Amore: porgi l'altra guancia.
E' difficile mettere in pratica questo insegnamento, è difficile perdonare i torti subiti, è difficile non provare astio verso chi ci odia. Eppure, è così facile. Siete adulti, grandi, maturi, avete studiato, e non riuscite laddove un bambino riesce? Se la maturità, la cultura, lo studio ci rendono peggiori, meglio sarebbe non crescere. Avere un bambino in casa è un continuo insegnamento che riceviamo da questa piccola creatura, gioia di Dio.