Omelia (16-09-2012) |
don Luca Orlando Russo |
Chi vuole salvare la propria vita... Il ritmo delle domeniche del tempo ordinario ci propone questo testo evangelico che ci presenta una delle questioni fondamentali relative all'esperienza umana: quale via per salvarsi? L'esperienza ci dice che l'uomo le tenta tutte, ne conosce molte. Prima di ogni altra cosa è necessario intendersi sui termini. Cosa intende Gesù quando parla di salvezza? In cosa consiste la salvezza? Prima ancora di poter pensare quale via percorrere per ottenerla, bisogna chiarirsi sul suo concetto, sulla meta da raggiungere. C'è chi è convinto che la salvezza dell'uomo stia nell'avere la possibilità di poter fare tutto quello che egli vuole. Non avere alcuna limitazione: in questo è la salvezza. Vietato vincolarsi ad alcunché o ad alcuno, suona il motto di coloro che sono convinti che la salvezza stia tutta nell'esercizio di una "libertà" fondata sul "voglio fare tutto ciò che mi piace". Altri sono convinti che la salvezza dell'uomo stia tutta nel possesso. Una forma simile a quella descritta sopra, che si caratterizza, però, per l'accentuata convinzione che ci si può dire salvi solo quando si può contare su un capitale sia di persone sia di beni di ogni genere da poter gestire quando e come si vuole. Il senso della vita - per tutti quelli che la pensano così - sta nell'accumulare capitale e nel fare di tutto perché esso si accresca sempre di più, senza mai volgere uno sguardo ai bisogni di chi sta loro davanti. È facile accorgersi, in ogni caso, che dietro qualsiasi idea di salvezza vi è un solo obiettivo: mai "perdere". Il nemico numero uno, in quest'ottica, è tutto ciò che pone limiti, che non permette alla sete di possesso di potersi esprimere e di essere gratificata. Facciamo fatica a riconoscerci in tutto ciò? Ma non è già questa fatica segno della paura di "perdere"? Gesù quando parla di "perdere" fa proprio riferimento a quella paura che tutti ci ritroviamo dentro e che sta dietro al concetto di salvezza di cui sopra. Per Gesù salvezza è essere liberi da questa paura, ovvero poter finalmente vivere la propria vita "perdendosi" continuamente per amore. La via per realizzare tutto ciò? Rinunciare a salvarsi da soli, mettersi dietro di lui, e deporre la propria paura di "perdersi" (la propria croce) ai piedi della sua Croce. Giacché la sua Croce, e solo la sua, può liberare tutti quelli che hanno sperimentato la delusione di ogni salvezza che viene dall'uomo dalla paura di "perdersi" in funzione della promozione dell'altrui e quindi della propria vita, dell'amore. Buona domenica e buona settimana! |