Omelia (23-09-2012)
Omelie.org (bambini)


Come la scorsa domenica, il Vangelo di Marco riporta l'annuncio della morte e risurrezione di Gesù. Gesù prepara i suoi amici spiegando ciò che sente nel suo intimo. Avverte che alcune persone non gradiscono la sua presenza e le sue parole a sostegno dei più deboli; intuisce i pensieri e i ragionamenti di chi lo segue. Lui riesce proprio a capire il cuore degli uomini. Dal Vangelo che abbiamo ascoltato emerge che Gesù legge anche nel cuore dei suoi discepoli, i quali si vergognano di dirgli la verità. Dal loro imbarazzo probabilmente Gesù capisce che si tratta di qualcosa di cui si vergognano. I discepoli infatti stavano valutando chi tra loro fosse il più buono, il più grande, insomma il migliore! Stavano facendo una specie di classifica e chissà quali erano le azioni o le parole che valevano di più e che secondo loro meritavano il primo posto!
Immaginate di fare una classifica con i vostri compagni di scuola: chi sarebbe il migliore? E per chi lo sarebbe? Per le insegnanti o per i compagni?
A Silvia, mia cugina, è capitato in prima elementare: due suoi compagni Giorgio e Paolo, avevano iniziato a dire che loro erano i più bravi; man mano alla discussione si aggiunsero tutti gli altri della classe, fino a che non si erano formate delle vere e proprie tifoserie. Le insegnanti non si erano accorte della cosa e per un paio di settimane la discussione proseguì. Ad un certo punto però i toni si erano fatti più accesi: cominciarono gli insulti e le offese! E così proprio Silvia chiese ad una delle maestre: "Secondo te, chi è il più grande, il migliore tra noi?" e raccontò tutta la vicenda. La maestra guardandoli fisso negli occhi fece un gran respiro e disse che comincia a spiegarsi come mai negli ultimi giorni c'erano stati tanti litigi e aggiunse: "ognuno di voi è speciale, ed ha un pregio, una qualità particolare, ma la vera grandezza viene fuori quando stiamo tutti insieme in armonia, pensate a quando abbiamo realizzato il cartellone e tutti hanno scelto un colore, ed è venuto fuori un arcobaleno, che è simbolo di pace!".
Insomma la maestra Emanuela, fece un gran bel discorso e infine aggiunse: "Il più intelligente, il più svelto o il più preciso, se utilizza le sue capacità per farsi bello davanti agli altri rimane solo e triste! Mentre chi mette a disposizione degli altri le sue doti ha nel cuore molta più gioia e amore." Tutti rimasero ammutoliti e smisero di stilare le loro classifiche.
Ecco, Gesù, ben prima della maestra, aveva spiegato ai suoi discepoli che il più grande non è chi è più capace o più intelligente, bensì "chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me". E che significa? Beh, al suo tempo i bambini come le donne e gli ammalati erano le persone più deboli, meno influenti della società, dunque Gesù invita i suoi a mettere al centro delle loro occupazioni i più deboli e indifesi ed è così che ai suoi occhi si è grandi! Accogliere un bambino come voi significa anche ascoltare un bambino, dare spazio alle sue idee. All'epoca di Gesù un bambino non poteva intervenire nelle discussioni e non aveva nessuno diritto per la legge!
Agli occhi di Gesù è grande chi ha nel cuore tanto amore per i più deboli e indifesi, chi non si vergogna a passare del tempo con chi è malato o aiutare chi è in difficoltà.
Ognuno di voi può provare a sentire l'abbraccio di Gesù e magari immaginare le persone che insieme a Lui lo proteggono e aiutano, cosicché nel più intimo possiamo assaporare un senso di ringraziamento per quanti ci amano.
Commento a cura di Antonella Stolfi