Omelia (20-09-2012) |
Riccardo Ripoli |
Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato E' opinione comune che coloro che fanno tantissimi errori, che si comportano male con tutti, che si macchiano di efferati delitti non possano e non debbano avere il perdono. Se leggiamo nel Vangelo che ogni peccatore può avere il perdono di Dio ci ribolle il sangue, ci sentiamo più bravi del Signore nel giudicare il nostro prossimo e ci ostiniamo a non dare loro il perdono. Anzi, vorremo vederli marcire in galera per il resto dei loro giorni con la certezza, tutta nostra, che finita la pena in carcere si apriranno le porte dell'inferno per l'eternità. Se così fosse credo che nessuno mai si potrebbe salvare né in questa vita, né in quella che avremo dopo la morte. Il problema di fondo è che ognuno di noi si sente più bravo degli altri per il solo fatto di non fare grandi errori. Prendiamo una brava persona che compie il suo dovere giornalmente, buon padre di famiglia, buon marito, gran lavoratore, magari con qualche piccolo peccato sulla coscienza. Altresì troviamo un gran delinquente, assassino e rapinatore. Il primo riconosce i propri piccoli peccati e chiede perdono a Dio con una semplice preghiera, il secondo fa lo stesso con i suoi tanti peccati, ma sapendo di aver sbagliato molto farà di tutto per farsi perdonare: svolgerà del volontariato, chiederà scusa alle sue vittime, lavorerà alacremente per il resto dei suoi giorni. Secondo voi non merita anche quest'ultimo il perdono? La risposta purtroppo non è così logica per tutti, ma poniamo che sia affermativa. Chi tanto ha peccato, una volta capito il suo errore, sarà tanto più in grado di amare, dapprima perché ne sente la necessità, ma poi ci proverà piacere e non potrà smettere di percorre la strada del bene. Colui che ha poco da farsi perdonare non amerà così tanto quanto l'altro. La conclusione non vuole essere certo quella di dire che per poter amare è necessario sbagliare tanto, ma semmai prendiamo esempio da chi è un grande peccatore che si converte per poter migliorare la nostra vita. Quando i ragazzi arrivano in casa nostra con errori fatti per anni, la prima cosa da fare non è dir loro che hanno sbagliato tutto nella vita, ma è accoglierli al pari degli altri, lasciare che interagiscano nello stesso modo, usufruiscano degli stessi vantaggi. Giorno dopo giorno, con pazienza e tanto amore, si parla di ciò che è giusto e di cosa non lo sia, cercando di fare degli esempi che calzino a pennello con la loro storia. Poi si aspetta. I ragazzi riflettono, si confrontano, si guardano allo specchio, poi un giorno capiscono i loro errori e si abbattono perché si sentono peccatori, ma l'amore che abbiamo dato loro sin dal primo giorno gli fa capire che non ci sono sbagli tanto grandi che non possono essere perdonati, ed ecco che i ragazzi cominciano a sbocciare, si rasserenano, dialogano, ti abbracciano in continuazione, e non c'è invidia o gelosia negli altri, in coloro che si sono sempre comportati bene, perché si sentono tutti fratelli e se uno di loro trova la strada per uscire dal tunnel tutti ne gioiscono. Dovrebbe essere così anche tra gli adulti, tra tutti noi che siamo fratelli con Dio come nostro unico vero Padre. La salvezza di uno, il perdono che il Signore gli dona dopo aver fatto con lui un cammino, che non sta certo a noi sapere né tanto meno giudicare, dovrebbe renderci felici e certi che se ci pentiremo nel profondo del cuore troveremo sempre il perdono di Gesù. |