Omelia (23-09-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Marco 9,36-37a

Gesù, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me...»
Mc 9,36-37a


Gesù, secondo il racconto di Marco, prosegue sulla strada verso Gerusalemme, verso il compimento della sua missione, verso lo svelamento del mistero che annuncia. Per la seconda volta parla della sua passione, morte e risurrezione; parla a quelli che lo seguono - che però non comprendono, anzi, si perdono per strada nelle futili discussioni su chi tra loro fosse il più grande.

Allora, ancora una volta e fuori dagli schemi che competono ad un maestro, Gesù da inizio ad un'istruzione semplice, comprensibile, autorevole: si siede, prende un bambino, lo pone in mezzo, lo abbraccia. È in questo abbraccio caloroso che trasmette ai discepoli di tutti i tempi l'invito all'accoglienza incondizionata di ogni persona che nell'immagine del bambino acquisisce il volto del bisognoso, del debole e fragile, di colui che è pronto ad accogliere il messaggio dell'Inviato e abbandonarsi in serena comunione con Lui. Chi accoglie il bambino, infatti, accoglie Gesù, accoglie chi lo ha mandato, accoglie la sua Parola sapiente che potrà germogliare e generare opere ispirate a mitezza e sapienza (cf Gc 3,13.17-18).

Signore, sei tu che sostieni la mia vita; accoglimi tra i tuoi discepoli e insegami la sapienza che viene dall'alto: pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera.

La voce di una piccola Santa:

«Sono soltanto una bimba, incapace, debole, eppure la mia debolezza stessa mi dà l'audacia di offrirmi al tuo amore, Gesù!»
Teresa di Gesù Bambino, cf Manoscritto B - 255