Omelia (23-09-2012) |
mons. Giuseppe Giudice |
Non c'è fede senza prova "Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti": il cristiano è sempre un provato. Ma egli, il provato, ha una certezza: il Signore sostiene la sua vita. Il provato, cioè il cristiano autentico, è sempre in mezzo a gelosie e spirito di contesa. Il provato, cioè l'uomo del Vangelo, è tra guerre e liti, invidie di chi non riesce ad ottenere e fa guerra. Gesù parla ai discepoli di una consegna, sempre attuale, nelle mani degli uomini. Essi non capiscono ed hanno timore di interrogarlo. Lungo la strada parlano di nomine, posti e carriere. Gesù si consegna e per farlo capire ai discepoli distratti, a noi forse distrutti, prende un bambino, lo pone in mezzo e lo abbraccia. Solo così, con la dolcezza di un bambino, si ci può consegnare alle mani del Padre e agli artigli degli uomini. Solo così, svincolati dalla logica del possesso, si può essere cristiani provati e approvati dal Padre. |